foto di repertorio

“Non ho assolutamente alcun sintomo covid”, è questo il succo delle parole rassicuranti, proferite da un barese al telefono con la centrale operativa del 118, chiamata per chiedere l’intervento dei soccorritori. Come noto, quando gli operatori ricevono una richiesta di aiuto, pongono all’interlocutore una serie di domande per una prima valutazione; più sono precise e accurate le risposte, migliore sarà l’organizzazione dei soccorsi. Il ruolo di chi parla con l’operatore è determinate.

Arrivato sul posto, dopo aver attraversato tutta la città, l’equipaggio decide comunque di bardarsi dalla testa ai piedi, non è il momento per lasciarsi andare a leggerezze di alcun tipo, gli ospedali scoppiano e lo stesso 118 è decimato a causa del personale contagiato. Prima di entrare, tutti indossano il camice, guanti, calzari occhiali protettivi e via dicendo.

Una volta dentro casa, l’amara scoperta: il paziente accusa infatti febbre a 38° e saturazione a 91, sintomi, ormai lo sanno tutti, ben riconducibili al coronavirus. La cosa non è stata affatto presa bene dai membri dell’equipaggio. Messo con le spalle al muro davanti alle proprie responsabilità, chi ha chiamato il 118 si sarebbe giustificato: “Temevo che se avessi parlato dei sintomi covid, l’ambulanza non sarebbe venuta”.

La chiamata, come tutte quelle fatte alla centrale operativa, è acquisita dal sistema di registrazione automatica. Non è escluso che nei prossimi giorni possa essere presentata una denuncia in Procura per aver messo a repentaglio la salute degli operatori.