“Le disposizioni regionali non possono imporre alcun obbligo di vaccinazione al personale sanitario né prevedere forme sanzionatorie per gli inadempienti”. Saverio Andreula, presidente dell’OPI Ordine delle Professioni Infermieristiche, lo mette nero su bianco in una lunga e dettagliata nota inviata, tra gli altri, al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al direttore del Dipartimento di Promozione alla Salute, Vito Montanaro, al direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Bari, Domenico Lagravinese, nonché al direttore facente funzione del Fallacara di Triggiano, Alessandro Sansonetti. Il problema è stato già sollevato nei giorni scorsi da Nursind.

“Incomprensibile – scrive tra le altre cose Andreula – è l’esclusione effettuata dal Dipartimento Salute in danno della comunità infermieristica e del suo organismo di rappresentanza sulle campagne vaccinali, se si considera che è universalmente noto delle competenze specifiche della professione infermieristica nella somministrazione dei vaccini che regolarmente attua negli studi dei medici di medicina generale, a domicilio dei cittadini, negli ambulatori infermieristici attivati dalla ASL, nei dipartimenti e nei centri vaccinali pubblici”.

“Considerando il particolare momento pandemico del virus Covid19 – aggiunge – si potrebbero definire e attuare iniziative vaccinali che defaticano l’attività dei MMG e somministrare i vaccini, previa prescrizione medica, anche in Farmacia. Quello della partnership infermieri-farmacisti nella vaccinazione potrebbe/dovrebbe diventare, subito, un modello organizzativo regionale. Del resto questa collaborazione è già prevista sulla carta dalla farmacia dei servizi”.

“L’atteggiamento del Dipartimento Salute esclude da ogni forma di partecipazione alla campagna vaccinale la professione sanitaria di Infermiere e la presente a stigmatizzare tale comportamento di scarsa sensibilità istituzionale verso la classe infermieristica” sottolinea, pur confermando la disponibilità alla più ampia collaborazione.

Altro punto su cui Andreula batte forte, non è l’opportunità di vaccinarsi contro l’influenza di stagione, vaccino raccomandato dall’OPI stesso, bensì sulle comunicazioni inviate da Lagravinese e Sansonetti: “Entrambi i Dirigenti Medici – si legge – affermano esplicitamente nelle loro missive che la vaccinazione antinfluenzale è obbligatoria ponendo a carico degli inadempienti non meglio precisati atti conseguenti. È utile che il Dipartimento Salute chiarisca a tutti che la vaccinazione antinfluenzale non è un obbligo di legge per gli operatori, ma una raccomandazione che scrivente ordine condivide pienamente come una opportunità da esprimere volontariamente a cura d ogni singolo professionista sanitario”.

A sostegno della sua tesi, l’OPI cita la recente sentenza num.10081 del 5 ottobre emessa dal Tar del Lazio e la num.1462 del Tar Calabria, emessa lo scorso 15 settembre. In sintesi, un intervento obbligatorio in campo sanitario rientra nelle competenze dello Stato e non delle Regioni, dunque, questa la tesi, nessun obbligo né tantomeno conseguenti sanzioni possono essere imposte dalle Regioni. Se l’OPI ha ragione, si tratta di uno scivolone non da poco.