Tre tecnici del reparto di Radiologia dell’Onocologico di Bari sono risultati positivi al coronavirus. Una situazione che inizia a destare preoccupazione, visto che l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II fino a qualche giorno fa era definito ospedale Covid Free.

La segreteria aziendale Fials da tempo denuncia la mancata somministrazione di test sierologici e tamponi a cadenza temporale definita per tutti i dipendenti dell’istituto, l’assenza di informazioni per il tramite del bollettino epidemiologico aziendale richiesto dalla FIALS e fermo al 17 aprile, l’ assenza di chiarezza sui DPI forniti come le ultime mascherine FFP2 di marca “Changmei” e fornite ultimamente al personale di Radiologia e l’assenza di misure di contrasto agli assembramenti nelle varie unità operative dell’Istituto.

“Con l’ultimo caso registrato in Radiologia – continua la Fials – significa che la situazione dell’Oncologico di Bari è assolutamente allarmante e la struttura individuata quale HUB della rete oncologica pugliese, non può non recepire le nostre denunce finalizzate a tutelare i lavoratori ed utenti”.

Inoltre la Fials, nonostante le precedenti segnalazioni, ha appreso il trasferimento della Unità Operativa di Otorinolaringoiatria presso la U.O.C. di Chirurgia Generale e probabilmente a breve assisteremo al trasferimento della SSD Oncologia Medica per la Patologia Toracica presso la U.O.C. di Chirurgia Toracica.

“Quanto disposto da codesta Amministrazione – scrive Domenico Losacco, segretario della Fials – che probabilmente per assicurare la carriera di qualcuno, sta compromettendo letteralmente le condizioni di lavoro di medici, infermieri, oss, ausiliari trasformando questo Istituto in una vera e propria torre di Babele. In pochi metri quadrati si concentreranno tre chirurgie ovvero quella generale, quella urologica e quella di otorinolaringoiatria pretendendo che il personale sanitario e di supporto lavori per 4 con carichi di lavoro assolutamente illegittimi in quanto si parla di chirurgie pesanti”.

“Inoltre – continua – trasferire una unità operativa afferente all’area medica quale la SSD Oncologia Medica per la Patologia Toracica presso una unità operativa afferente all’area chirurgica quale la U.O.C. di Chirurgia Toracica, per la FIALS è una decisione letteralmente impraticabile e fuori da ogni logica”.

“Ancora una volta – conclude Losacco – questa Amministrazione dimostra purtroppo di essere lontana da quelle che sono le esigenze dei lavoratori, mettendo in pratica decisioni a nostro parere, non legali e che denunceremo agli organi competenti ivi compreso l’Ispettorato del Lavoro e lo Spesal”.