Lockdown resta ancora una parola tabù, ma la direzione intrapresa dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, punta verso qualcosa che gli assomiglia molto.  I quasi 20mila contagi di ieri, uniti all’aumento di ricoveri anche in terapia intensiva, non lasciano troppo spazio alle scelte drastiche e impopolari.

La rotta è quella dello stop a tutte la attività ritenute non essenziali, convegni e sport non professionistici, resta aperta l’industria, il commercio, l’artigianato, con l’ipotesi di scagliare gli orari per tutti, resta in presenza la scuola. Si va verso un nuovo limite alla capienza dei bus e la riduzione delle presenze alle cerimonie. Resta da capire dove trovare i fondi per le attività di ristorazione.

In giornata ci sarà un nuovo confronto con le Regioni, ma l’irrigidimento delle regole per tutti è cosa ormai quasi certa, una su tutte, quella che fa più discutere, è il coprifuoco alle 21. Non tutti sono favorevoli all’idea di un’Italia tutta in casa per cena, con le conseguenze per locali e ristoranti che ben si possono immaginare. Indipendentemente dell’orario deciso, si potrà uscire solo per motivi di urgenza, salute e lavoro. Nulla di certo ancora per lo spostamento da una regione all’altra.

Il vero nodo resta la scuola, la ministro Azzolina ha chiesto che l’osteggiata dad, didattica a distanza per le superiori, non vada oltre il 50% del totale, l’auspicio è che basti a evitare l’ingresso scaglionato. Palestre, piscine e anche i circoli sportivi, che pure hanno avuto una settimana di tempo con l’ultimo Dpcm, sembrano avere le ore contate. Sì all’attività motoria, ma con modalità e regole entrate in vigore durante il lockdown, sempre lui.

Ormai quasi certo lo stop nel fine settimana ai centri commerciali, ipotesi apertura per i negozi al dettaglio, ma con lo scaglionamento degli orari per alleggerire i trasporti. A rischio anche i mercati rionali. I negozi per i servizi alla persona quali estetisti e parrucchieri dovrebbero rimanere aperti, con controlli molto più serrati, non si sa bene come, sul rispetto dei protocolli. Chiusura immediata per chi risulta non in regola.