“Ho questa attività da 52 anni, era di mio padre e io l’ho passata a mio figlio e oggi non so come dovrà affrontare la vita, perché questa è la sua vita”. Angela, dall’interno della sua pasticceria, trattiene a stento le lacrime, il tremore nella voce tradisce tutte le emozioni che sta vivendo in questi giorni.

Dopo l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm che impone la chiusura delle attività di ristorazione alle 18, l’abbiamo intervistata attraverso la saracinesca abbassata: “Non è normale tutto questo – ci dice – per strada non cammina nessuno, la gente è tutta casa, ha paura”.

“Preferisco rimanere qui nel mio locale, piuttosto che andare a casa a non far niente. Anche se io non faccio le consegne a domicilio, spero sempre che qualcuno abbia bisogno di una torta, ma finora non ha telefonato nessuno. Di fatto, per noi si tratta di una chiusura alle 18”.

“Non ho paura per me, ma per i dipendenti – sottolinea, proprio mentre una di loro la raggiunge nella pasticceria – lei è a un anno dalla pensione, e io non so come farò, come farà. Non lo so per quanto tempo potremo andare avanti”.