Disgraziata fu l’uscita a cena presso la pizzeria “La Soddisfazione” di Bari, chiusa per la positività di due dipendenti. Una comitiva di amici adelfiesi, tutti trentenni,di circa 30 anni, è andata nel locale a fine settembre. Tra i commensali c’era anche la maestra della scuola di danza flash dance di Adelfia, chiusa dopo la sanificazione e tutti gli accertamenti del caso, proprio per la positività della maestra.

Di quella comitiva sono risultati positivi in sette, portando formalmente a 19 i casi ad Adelfia. Diverse le persone in quarantena o isolamento fiduciario in attesa di un tampone, che i componenti della comitiva avrebbero fatto a pagamento fuori regione perché non ritenuti a rischio immediato dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Bari.

Al momento si sa che il contatto stretto di uno dei commensali della cena di fine settembre è ricoverato in ospedale in gravi condizioni. È importante precisare che si tratta di un uomo con precedenti patologie. C’è molta apprensione per l’esito dei tamponi a cui man mano si stanno sottoponendo i contatti stretti dei partecipanti a quella cena.

Così come si aspetta l’esito del tampone a cui sono stati sottoposti i figli in età scolare del commerciante adelfiese positivo. Un risultato che potrebbe causare – come detto stamattina – la chiusura per sanificazione del plesso scolastico frequentato dai bambini. Notizie rassicuranti, invece, per i genitori che hanno bimbi che frequentano la scuola materna “Munari”. Il piccolo e i suoi familiari, in isolamento per avere avuto contatti con un altro focolaio, sono risultati tutti negativi al coronavirus.

“Siamo a conoscenza del nuovo focolaio – spiega il sindaco di Adelfia, Giuseppe Cosola – e stiamo seguendo la situazione in stretto contatto con la Asl. Si sta procedendo alla mappatura dei contatti stretti, in modo da provvedere a tutte le misure previste dai protocolli sanitari. Non escludiamo che i casi potrebbero ulteriormente aumentare, ma questo non deve creare apprensione. Al contrario dovrebbe aumentare in tutti noi il senso di responsabilità per limitare il più possibile altri contagi”.