“In Tunisia l’insulina costa troppo, sono diplomato in informatica, ma non avevo un lavoro. Sono partito perché mi servono i soldi per curarmi. Se fossi rimato là sarei morto”. Karim ha 33 anni, è uno degli 805 migranti arrivati a Bari dalla Sicilia a bordo della nave quarantena Rhapsody. Lo abbiamo incontrato in piazza Moro, insieme a tanti altri che come lui, col foglio di via in tasca, cercavano un treno per andare a Roma e da lì verso la Francia o la Germania.

Guardati a vista dalle Forze dell’Ordine, in realtà erano ben liberi di muoversi, hanno una settimana per lasciare il territorio italiano, dopo di che, dovessero essere trovati nel nostro Paese, saranno rimpatriati.

Per aiutarli, in mezzo alle mille difficoltà che uno straniero deve affrontare quando si trova da solo in terra straniera, il Pronto Intervento Sociale del Comune con le Unità di Strada. La situazione, per fortuna, si è presentata molto tranquilla, tutti dicono di voler andare via dall’Italia.

“Sono stato 14 giorni in quarantena – prosegue Karim – sono sbarcato a Bari solo per passare la frontiera. La mia famiglia è in Francia, ma io andrò in Germania a cercare lavoro. Mi piacerebbe rimanere qui, tutti amano l’Italia, ma la legge dice che posso rimanerci 7 giorni, e io la rispetto”.