foto di repertorio

Era stato accusato di coltivazione illecita di marijuana e per questo era stato arrestato nel settembre del 2019. Il giudice di Bari, la dottoressa Civitano, in sede di giudizio abbreviato ha assolto il 33enne residente nel quartiere Palese, difeso dall’avvocato Nicola Lerario, perché il “fatto non sussiste”.

Al momento dell’arresto, nel giardino di pertinenza domestica, era stata trovata una coltivazione di marijuana formata da 5 piante altre 1.50 metri dotata di impianto di irrigazione. Nella casa trovate anche 42 dosi dello stesso tipo di droga. Inoltre al 33enne erano stati sequestrati 15mila euro, ritenuti proventi dello spaccio.

Il giudice ha inoltro disposto la restituzione della ingente somma di denaro sequestrata in occasione dell’arresto del 33enne. “Le motivazioni della pronuncia assolutoria – spiega l’avvocato Lerario – saranno note entro 90 giorni, ma può ritenersi che il Giudice abbia applicato la nota sentenza Sezioni Unite Corte di Cassazione che afferma la irrilevanza penale della coltivazione di stupefacenti di minime dimensioni svolta in forma domestica”.

Nella sentenza Sezioni Unite di Corte di Cassazione si legge che: “Devono ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile e la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore”.