“I casi sono in aumento, ma la situazione è sotto controllo”. La frase di rito viene ripetuta come un mantra, ma abbiamo dimostrato che le cose non stanno proprio così, documentando l’assalto all’ospedale Di Venere per il tampone “fai da te”, ma anche denunciando come si possa entrare e uscire dalle comunità di accoglienza pur essendo positivi.

Non sono sotto alcun controllo anche tante altre piccole grandi storie di positività al coronavirus che si consumano lontano dai radar delle autorità sanitarie. A Bari, per esempio, una donna gravida originaria del Bangladesh è risultata positiva al coronavirus. La futura mamma sta bene, al netto di un raffreddore che meriterebbe l’intervento del medico curante.

Niente di preoccupante, non fosse che nella stessa casa vivono in otto. Nessuno ha ritenuto ancora necessario sottoporre al tampone gli altri componenti della famiglia, adesso in balia degli eventi. Il nutrito gruppo familiare ha bisogno di andare come tutti a fare la spesa o sbrigare altre faccende. Tra loro ci sono anche bimbi piccoli. Nessuno finora li ha contattati.

Il rischio è quello che prima o poi la quarantena venga violata per espletare necessità elementari. Si tratta di una famiglia di extracomunitari, ma assolutamente regolari. Siamo in via Napoli e forse qualcuno dovrebbe farsi avanti prima di lanciare nuovi appelli su quanto gli sforzi profusi per il contenimento del virus possano essere stati vanificati da comportamenti irresponsabili.