A stretto contatto con un positivo, ma deve fare il tampone a pagamento. Vi abbiamo raccontato la storia di Sharon, la 24enne barese in isolamento domiciliare dopo aver saputo che un ragazzo della sua comitiva di amici è risultato positivo al coronavirus.

Rispetto ad altri suoi amici, con tosse e febbre, Sharon non ha avuto sintomi riconducibili al coronavirus, ma solo mal di testa e spossatezza. Per questo motivo si era rivolta al suo medico curante che poi ha segnalato il suo caso al Dipartimento della Salute.

“A causa di un errore nella trascrizione dei dati da parte del mio medico curante – spiega Sharon -, risultavo essere entrata in contatto con un presunto positivo, quando in realtà il mio amico è risultato positivo al tampone e quindi a tutti gli effetti un paziente affetto da coronavirus. Ecco spiegato il motivo per cui l’Asl ha rigettato la mia domanda per sottopormi al tampone”.

“Altri 3 miei amici sono risultati positivi e adesso aspettiamo il risultato di altri tre tamponi e il test sierologico della mia amica. Visto che i contagi non si sono fermati al primo positivo, abbiamo nuovamente chiamato l’Asl che ci ha detto che nel referto del medico c’era l’errore. Imbestialita – continua la 24enne – ho chiamato il medico curante che prima voleva il referto dei miei amici in cui si dichiarava la positività e poi ha deciso di correggerlo”.

“Ancora una volta mi ha invitato a rivolgermi al centro prelievi Ditonno, ma io e la mia famiglia non possiamo e non vogliamo pagare 107 per un tampone a cui devo sottopormi gratuitamente. Adesso – conclude speranzosa – con la correzione del referto, spero che il prima possibile l’Asl mi chiami e che si risolva questa situazione”.