A stretto contatto con un positivo, ma costretta a fare il tampone a pagamento perché non ha sintomi. La storia di Sharon ha del surreale, ma potrebbe essere simile a quella di molti altri preoccupati di aver contratto il coronavirus.

Sharon, qualche giorno fa, ha scoperto che un suo amico di comitiva è risultato positivo al coronavirus. “In questi giorni siamo stati sempre insieme, inconsciamente non abbiamo mai usato la mascherina e quindi la notizia della sua positività ha messo in allarme tutti quanti”.

“A differenza di altri miei amici a cui è salita la febbre, io non ho sintomi che possano essere immediatamente riconducibili al coronavirus per questo motivo, dopo essermi rivolta al Pronto Soccorso, io mia madre e mia sorella siamo state messe in isolamento domiciliare fino a quando non faremo il tampone”.

La barese ha chiamato il numero verde dedicato al coronavirus e gli addetti le hanno risposto che, non avendo sintomi, avrebbe dovuto fare il tampone a pagamento presso il laboratorio di analisi Ditonno. “Ho chiamato il centro specializzato e mi hanno detto che prima di poter fare il test, il mio medico curante doveva fare prima la segnalazione, poi dovevamo aspettare il consenso e solo dopo una lista di attesa lunga all’incirca di 100 persone, io e la mia famiglia potevamo fare il tampone, a un prezzo modico di 107 euro a testa”.

Sharon è preoccupata e allo stesso tempo indignata da quanto le sta accadendo. “Non capisco perché io che sono stata a contatto stretto con un positivo devo pagare il tampone, mentre chi è rientrato dalle vacanze nei luoghi indicati dalle ordinanze, può farlo gratis anche senza sintomi”.