La rivolta del 4 settembre avvenuta nel Carcere di Bari è diventata una notizia di cronaca di carattere nazionale. Nell’occasione, alcuni esponenti del clan Strisciuglio detenuti nella Casa Circondariale, hanno divelto cancelli, distrutto idranti e lanciato olio bollente sui poliziotti. Altri hanno dato fuoco a carte e sparso sul pavimento acqua e olio per far scivolare il poliziotti.

Dopo la rivolta e le numerose denunce fatte alle Autorità del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria da parte del Sindacato Polizia Penitenziaria sulla carenza di personale di Polizia Penitenziaria, l’Onorevole Anna Rita Tateo della Lega Salvini ha accolto le denunce del Sippe e ha fatto visita al Carcere di Bari.

“Il Corpo di Polizia Penitenziaria non può continuare ad essere vittima dei detenuti che stanno scontando una pena per aver infranto la legge – sottolinea Carmine Olanda, Segretario Generale del Sippe -. Il penitenziario di Bari al 31 luglio ospita 398 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 288 posti letto. Agenti di Polizia Penitenziaria previsti sono 276, ma attualmente in forza ne sono 251 compreso il personale assente o riformato dal servizio per altri motivi”.

“Gli Agenti di Polizia Penitenziaria – continua Olanda – sono chiamati per tutelare l’ordine pubblico e garantire la sicurezza interna ed esterna del carcere, non per vessati dai detenuti e oberati dai sovraccarichi di lavoro. Il dato delle aggressioni nelle carceri è in continua crescita, e l’attuale Governo ne deve prendere atto e non girarsi dall’altra parte, come se tutto fosse normale”.

“Come sindacato – sottolinea – confidiamo nell’onorevole Tateo, affinché possa battere i pugni sul tavolo del Governo e soprattutto sul tavolo del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, in campagna elettorale, ha sempre argomentato sulle necessità Istituzionali, dalle sue belle parole finora non abbiamo visto conseguire nessun fatto concreto, solo chiacchiere”.

“Auspichiamo che l’Onorevole si faccia portavoce, al fine di sensibilizzare gli organi competenti, affinché la Polizia Penitenziaria possa avere il giusto riconoscimento professionale e non sentirsi abbandonata come in questi ultimi tempi. Siamo stanchi di subire e di non agire. Se poi la Polizia Penitenziaria – conclude Olanda – deve essere considerata un problema per il Dipartimento e il Governo, che si transitasse nella Polizia di Stato ed il problema è risolto. Lo Stato deve garantire i diritti dei lavoratori. Cosa che oggi purtroppo ancora non avviene”.