“La morte di Willy dovrebbe essere di insegnamento. La violenza e la prepotenza non portano a nulla e i giovani devono saperlo”. A parlare è la mamma di un ragazzino che martedì scorso al Parco 2 Giugno, dopo poche ore dalla notizia dell’uccisione del 21enne, è stato vittima di un branco di bulli.

“Erano le 19 quando mio figlio e i suoi due amici sono stati accerchiati da un gruppo formato da una decina di ragazzi. Avevano la stessa età, ma la loro fisicità prorompente li ha spaventati” racconta la mamma.

“Li ha mandati al diavolo, ma uno di loro dopo averlo sentito ha prima aperto gli zaini, lasciati al lato del campo da basket, e poi con fare da mafioso e in dialetto gli ha detto: baciami la mano e chiedimi scusa. Una frase che ha fatto gelare mio figlio e i suoi amici”.

“Spinto forse dalla paura che la situazione potesse degenerare, mio figlio, sbagliando, gli ha baciato la mano. Un gesto che l’ha fatto sentire umiliato – racconta la mamma -, ma a detta sua è stato l’unico modo per far andare via il branco di bulli. È tornato a casa mortificato”.

“Un’educazione sbagliata genera questo tipo di situazioni. I nostri ragazzi – conclude – hanno il diritto di poter giocare senza incorrere in questi pericoli. Per questo io e altre mamme chiediamo al Sindaco di aumentare la sicurezza all’interno del Parco”.