Il nuovo assetto viario del lungomare San Cataldo fa ancora molto discutere. Prima che venissero installati i coni che delimitano la nuova pista ciclabile a zig zag, gli amanti della due ruote dovevano avere anche gli occhi dietro la testa per evitare che qualche automobilista distratto, non curante delle linee orizzontali, li schiacciasse con la macchina.

Tra i tanti che hanno portato a galla dei dubbi sull’aspetto progettuale di tutto il tratto del lungomare c’è anche Lello Sforza, ciclista espertissimo, che vive proprio della sua competenza in materia. Qui di seguito il suo post dove chiede spiegazioni al Comune e alla Polizia Locale.

La Nota di Lello Sforza Il nuovo assetto viario del lungomare di San Cataldo, al quartiere Marconi, presenta ancora molti dubbi sugli aspetti progettuali. Sicuramente i lavori sospesi a Ferragosto, riprenderanno al più presto per essere completati utilmente entro fine mese. Ma i presupposti per continuare a porsi alcune domande ci sono tutti. Sarebbe opportuno pure sentire il parere del Comando di Polizia Locale di Bari e magari vedere di sera in servizio qualche vigile, di quelli in bicicletta.

Innanzitutto, come noto, è stato eliminato il doppio senso di marcia. È rimasta solo una corsia carrabile che dal CUS Bari va in direzione Fiera. Sempre dal CUS parte una corsia ciclabile, inizialmente monodirezionale, delimitata dalla sola segnaletica INVALICABILE da chiunque (sia dai veicoli a motore, in circolazione e in sosta, che dai pedoni). Poi questa corsia diventa bidirezionale seguendo un percorso a S per poi riprendere ad un solo senso di marcia in corrispondenza del ristorante Santa Lucia. Pedalare da qui in poi in poco più di un metro di sezione, tra auto parcheggiate che non rispettano gli spazi loro attribuiti, i clienti delle pizzerie che aspettano anche sulla pista ciclabile il loro turno per portarsi via le pizze ordinate e i bidoni della spazzatura, è un vero terno a lotto.

Poi si arriva al termine del lungomare dove c’è la rotatoria, come noto, realizzata dalla Fiera del Levante, priva di corona e di bracci ciclabili, in spregio alla normativa nazionale e regionale. Nessuno ha mai obiettato. Qualcuno metterà una pezza a colori adesso che sul lungomare c’è una ciclabile?

Ma adesso viene il bello.

Arrivati alla rotatoria e percorsa tutta, ci si trova inesorabilmente il divieto di accesso che di fatto vieta a tutti i mezzi di riprendere il lungomare e tornare indietro. Il divieto vale pure per le bici. Ci vorrebbe il segnale “Eccetto bici” per preannunciare all’ignaro ciclista di una corsia ciclabile che di fatto inizia dall’isolato successivo. Ma non c’è niente. Allora? Come si risolve questa situazione vista pure la segnaletica orizzontale che vieta il passaggio di qualsiasi mezzo?

Ma i misteri non sono finiti. Come tutti sanno il Codice della Strada vieta il doppio senso per le bici nelle strade a senso unico, salvo che non ci sia stata una qualche recente norma a favore, che al momento sfugge. Pertanto il segnale di divieto di accesso all’inizio della rotatoria, assolutamente corretto, contrasta con il segnale di ciclabile cento metri più in là che, ripeto, consente il transito delle bici in senso opposto a quello delle auto a partire solo da quel punto. Ma come ci si arriva? Rimane sempre la domanda: quella ciclabile in senso opposto è stata autorizzata dal Ministero? Evviva!!! Se fosse così si potrebbero sbloccare 10.000 casi analoghi!!! In caso contrario non si poteva realizzare. Così com’è, evidentemente diventa anche pericolosa perché le auto parcheggiate vanno nella direzione opposta alle bici.

Ma non è tutto. La famosa ciclabile è lunga solo due isolati, poi non prosegue. Sia per le auto parcheggiate tranquillamente che sbarrano il passaggio, sia perché la ciclabile finisce. Come si fa allora a proseguire in bici? Non rimane che prendere la ciclabile bidirezionale, lato mare, che finisce all’altezza della pizzeria Santa Lucia, e che da qui prosegue monodirezionale. Ma manca alcuna connessione sicura, alcune segnale sia orizzontale che verticale, insomma non si capisce il ciclista come si possa salvare in quella bolgia di auto parcheggiate o in circolazione in senso opposto.

Infine una domanda alla Polizia Locale di Bari : l’art. 3, comma 1, punto 2) del codice della strada, definisce così l’Area pedonale: “zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali”. Allora se il tratto di lungomare (ma la domanda vale anche per Santo Spirito) dal mare fino alla corsia ciclabile che, come noto non può essere chiamata in nessuna maniera “light” come erroneamente qualcuno continua a dire, è tutta area pedonale, che necessità c’è stata di disegnare anche la corsia ciclabile la cui continuità, sicurezza e connessione con quella lato monte in direzione CUS, pure vietata dal codice della strada?