L’ascolto delle telefonate tra l’assessore Alfonso Pisicchio e suo fratello Enzo hanno dato il via all’indagine della Procura per cercare un riscontro su ciò che i due, al momento indaganti, si dicevano, in particolare le raccomandazioni per ottenere l’assunzione di persone amiche e parenti in società partecipate e in ditte che si aggiudicavano appalti pubblici.
Stando alla tesi investigativa, i favori erano finalizzati a nutrire l’elettorato in vista delle regionali di settembre, alle quali Pisicchio intende candidarsi con la lista Senso civico- Un nuovo ulivo.
Ricordiamo che l’assessore Pisicchio era già finito sotto i riflettori della Finanza nell’ambito dell’inchiesta delle case popolari, durante le quali erano finiti agli arresti domiciliari. All’epoca l’assessore non era stato indagato.
Dopo due anni Pisicchio, che al momento si è dichiarato estraneo ai fatti, è finito al centro di un’indagine su un giro di false polizze fideiussorie, utilizzate da numerosi imprenditori per ottenere autorizzazioni regionali per l’esercizio di attività economiche e finanziamenti pubblici. Indagati anche Cosimo Napoletano, consulente di Monopoli accusato di essere il fornitori ufficiale dei documenti falsi, Vincenzo Rinaldi, funzionario regionale, ed Enzo Pisicchio che lasciava intendere di poter gestire le assunzioni in diverse società.
Al centro del ciclone anche Francesco Catanese, dirigente del settore Tributi, in quanto uno degli interlocutori di Enzo Pisicchio durante le telefonate finite al vaglio dei finanzieri.
Al momento i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria devono passare al setaccio tutti i documenti cartacei e informatici e gli smartphone acquisiti durante le perquisizioni a danno di imprenditori e funzionari pubblici.