Due donne non se le mandano a dire, si affrontano davanti a decine di testimoni nelle villa comunale di Casamassima. La tensione è palpabile e in pochi istanti si sarebbe passati ai fatti non fossero intervenuti tre volontari della locale Associazione Carabinieri. L’intrusione non è passata inosservata e un energumeno, noto in città, ai testimoni e alle Forze dell’Ordine, picchia i volontari. Uno vola letteralmente al tappeto. L’affronto viene sottolineato con calci e pugni.

Su Facebook si sprecano commenti indignati, si alza la scure del primo cittadino: le istituzioni vinceranno, nei confronti di quella “feccia” piovono offese di ogni tipo e condanne bipartisan. In queste circostanze, però, c’è sempre un ma a rovinare il clima di repressione da facciata.

I volontari picchiati non sporgono denuncia, perché fortunatamente è andata bene. Inutile compromettersi. Nessun leone da tastiera o indignato seriale ha visto niente. In sostanza i tre sarebbero stati picchiati da un “fantasma”.

L’aggressione è stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza e quindi i Carabinieri della locale Stazione provvederanno a identificare i protagonisti della vicenda seppure, come detto, si tratta di una pura formalità. Picchiatori e picchiati sono arcinoti. Nessuno ci mette la faccia, perché la convinzione di molti è “l’indagine d’ufficio”.

Solo pochi giorni fa Luca Acito, infermiere grazie al quale era stato arrestato il 24enne che aveva dato alle fiamme un’auto domenica scorsa, aveva lanciato un appello: “Non siate omertosi”. È bastata la prima occasione, esattamente una settimana dopo, per avere la certezza che quello resterà un caso isolato di cittadinanza fin troppo attiva. Abbiamo provato a chiedere indicazioni a chi c’era, senza tuttavia ricavare quasi nulla, men che meno cittadini pronti a raccontare ciò di cui sono stati testimoni. Nessuno ha visto quel “fantasma”. In quel momento, intorno alle 21.15 di ieri sera, la villa comunale di Casamassima era evidentemente deserta.