Accordo a Roma tra i sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e i commissari della Banca Popolare di Bari. L’intesa è stata chiusa con 650 esuberi da spalmarsi in 10 anni, mentre le filiali da chiudere passano da 94 a 91.

Dei 2700 dipendenti, 650 sfrutteranno le norme dell’anticipo della pensione quota 100. Esclusi licenziamenti, i pensionamenti e i prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria.

“Abbiamo cercato di rappresentare l’importanza della tutela degli azionisti, anche perché 70mila risparmiatori pugliesi sono la spina dorsale della nostra economia. Quindi è vero che è necessario salvare la banca, è vero che bisogna essere attenti alle questioni occupazionali, ma la cosa più importante è dare una prospettiva a questi 70mila azionisti”, afferma il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al termine della riunione che si è tenuta oggi a Roma, al Ministero dell’Economia e delle finanze.

“Ho avuto l’impressione che il Governo sia molto attento al rapporto con le associazioni che rappresentano gli azionisti e che quindi ogni passo del piano definitivo di rilancio della Banca Popolare di Bari in qualche maniera venga presentato alle associazioni – continua -. Noi ovviamente allo stesso modo valuteremo la proposta che però mi è parsa non solo interessante ma probabilmente anche l’unica possibilità reale perché fuori da questa proposta c’è il baratro, per la banca, per la Puglia e per l’economia di tantissime imprese. Viceversa, l’idea che la Banca Popolare possa in un tempo breve ridare valore alle proprie azioni e quindi riprendersi, vuol dire che noi continueremo ad avere un interlocutore economico fondamentale per aziende ancora esistenti ma anche per quelle che nasceranno, altrimenti rimarranno solamente le banche o di altri Paesi o l’unica banca italiana rimasta, il che vuol dire poca sensibilità alle nostre esigenze. Ecco perché sono due anni e mezzo che la Regione Puglia con le unghie e con i denti sta difendendo gli azionisti di questa banca”.

“La Regione Puglia è disponibile ad entrare nel capitale della Banca Popolare di Bari. Questo non è un piano di salvataggio, questo è un piano di rilancio. Questa banca deve ricominciare a svolgere il ruolo che ha sempre svolto, ridando nel più breve tempo possibile valore alle azioni, soprattutto mantenendo in società tutti i soci che in questo momento stanno vedendo le loro azioni pregiudicate – conclude -. Perché rimanendo soci si avrà non solo la possibilità a condizioni di particolare favore di ottenere tutti i servizi bancari e i mutui che sono necessari, ma in generale riavviare una solidarietà tra i 70mila risparmiatori e la banca che verrà in questo modo rilanciata, che consentirà a ciascuno di attutire il danno oggettivo che si è verificato a causa di quello che è accaduto”