Gli effetti economici della pandemia sono tali e tanti da non essere in grado di poterli sintetizzare tutti, o meglio ancora, poterli prevedere per arginarli. Accanto a chi decide – in netta controtendenza – di investire nell’apertura di un ristorante, oppure di ampliare la propria attività, c’è anche chi è costretta a chiuderla per colpe non sue. Nel caso specifico, per colpa del proprietario del locale, che non intende aspettare un solo giorno il pagamento dell’unica mensilità arretrata.

Protagonista dell’incredibile vicende è il fiorista barese Luca Lapesara. A giugno scorso il giovane commerciante prende in locazione a 1.100 euro al mese un locale in via Capruzzi. Inaugura al pubblico solo a settembre, versa la cauzione di 3.300 euro, ma paga comunque fin dall’inizio la cifra pattuita. Luca onora il contratto anche a marzo, provvedendo il primo del mese a saldare il conto, pur avendo dovuto chiudere il 9 per decreto. Senza contare il furto subito il 25 aprile, quando ha trovato il negozio scassinato.

Il mese di aprile, anche in virtù dello scarso passeggio, non è stato possibile far fronte all’affitto. Il proprietario, un anziano barese, non è stato disposto in nessun modo a essere clemente. È andato sul posto fisicamente più volte, cacciando anche alcuni clienti. Ha fatto scrivere dal suo legale, fino all’epilogo di ieri.

Per tre volte l’anziano proprietario si è fatto vivo nel negozio. Secondo il racconto di alcuni testimoni, avrebbe inveito, offeso e malmenato il giovane commerciante, preso a parolacce nel goffo tentativo di rivendicare l’unico mese d’affitto arretrato. La situazione ha rischiato di degenerare, ma alcuni colleghi di Luca hanno fatto in modo che si evitasse il peggio.

Anche il commerciante ha fatto scrivere dal suo legale, che invita i colleghi a cercare la mediazione quantomeno per evitare conseguenze tanto per gli affittuari quanto per i proprietari. Non è un momento facile, alcuni locatori hanno fatto sconti significativi ai commercianti, in alcuni casi – pochi per la verità – hanno addirittura annullato i pagamenti. Più diffuse le riduzioni dell’affitto, anche di un terzo.

Per evitare di compromettersi, Luca ha scelto di gettare la spugna. Ha chiuso il negozio, con la speranza di poter racimolare i fondi necessari per iniziare una nuova vita lavorativa. A Luca auguriamo di riuscire a ripartire, al proprietario dell’immobile, invece, diciamo di essere a sua disposizione nel caso voglia aggiungere o precisare altro rispetto a quanto abbiamo raccontato.