Undici ore a bordo dei bus Amtab, non si tratta del nuovo incredibile ritardo record della municipalizzata, bensì della giornata tipo di Pino del San Paolo. Lui, tra le mura domestiche, proprio non ci sa stare. Poco importa se non ha un motivo valido per andare in giro durante questa pandemia: “Mi manca l’aria a stare a casa”. Così ogni mattina sale sull’autobus verso le 8:30 sulle linee preferite, la 3 o la 4, e smonta intorno alle 19. Buon per lui che se lo può permettere.

Chi invece non può permettersi di stare con le braccia incrociate sono i dipendenti dell’Amtab, anche se per questo venerdì di San Nicola in pandemia l’azienda del trasporto pubblico locale ha adottato l’orario lavorativo festivo, riducendo il numero delle corse.

Risultato, su diversi autobus ci segnalano sovraffollamento di passeggeri con tanti saluti al distanziamento sociale e alla minore capacità di trasporto, annunciata a livello nazionale quale misura di contenimento del contagio da coronavirus.

Quella del metro di distanza sembra essere una precauzione che proprio non si riesce a conseguire adeguatamente sui mezzi dell’Amtab. Sebbene annunciata dal Premier Conte con una settimana di anticipo, l’azienda si è fatta trovare impreparata all’inizio della fase 2,  con gli autobus privi dei tondini segnaposto a terra e i cartelli sui sedili posizionati dopo il 4 maggio, in una maniera che ha sollevato dubbi. Non bastasse, in Amtab si è consumata la guerra della catenella.

Trattasi di una contesa per la catena di separazione, posizionata sulle vetture al fine di imporre la distanza tra il posto di guida e i passeggeri. Per recuperare qualche posto, la catenella è stata agganciata in una posizione giudicata dagli autisti troppo a ridosso del loro sedile. Così alcuni di loro hanno provveduto a farla più indietro, ma la cosa non è piaciuta ai vertici aziendali.

Con l’ordine di servizio n.107 del 6 maggio, infatti, il direttore generale Lucibello ha imposto il divieto di spostarla: “Una eccessiva riduzione dello spazio per i passeggeri – si legge – limitando immotivatamente la capacità di trasporto, incentiverebbe quelli in eccesso a forzare lo sbarramento”.

A prescindere dal fatto che passeggeri in eccesso proprio non dovrebbero essercene, soprattutto durante la pandemia, giova ricordare che su alcuni catorci in circolazione non c’è una vera e cabina di guida, come sugli autobus più moderni. In assenza di barriere fisiche di protezione, la salute di autisti e passeggeri deve essere garantita, un obbligo di legge in capo al datore di lavoro.