Era andato in Marocco per fare visita alla madre malata, che non vedeva da 7 anni, poi è scoppiata la pandemia del coronavirus, e i programmi di rientro a Bari dalla sua famiglia, dai tre figli e dalla moglie malata, sono saltati. Parliamo di Youseef, cittadino marocchino da tempo trasferito in pianta stabile nel Capoluogo pugliese.

Come lui, anche altri italiani sono rimasti spiazzati dall’emergenza sanitaria globale, per tornare a casa è stato necessario smuovere mari e monti: “Nessuno di noi poteva immaginare che tutto questo ci avrebbe portare in una situazione d’inferno a livello mondiale – ricorda la donna, sollevata ma ancora provata -. Il 9 marzo è arrivato il decreto che obbligava tutti ad adottare misure per la pandemia e quindi alla chiusura delle frontiere. Quel giorno è iniziato l’incubo della mia vita”.

“Oltre che chiusa in casa – racconta – sono rimasta sola nella mia disperazione, fino a quando ho capito che a nulla sarebbe servito restare ad aspettare, ma che dovevo fare qualcosa per il benessere della famiglia”.

Il vostro articolo ha dato voce a questa situazione fino a smuovere alcune coscienze, a ricevere chiamate da parte di persone che si sono davvero mobilitate per permettere che tutto questo potesse giungere al termine e riunire la mia famiglia e sopratutto aiutarmi anche nella situazione economica, grazi che stavo attraversando” evidenzia la donna.

“Sono stata contattata dall’avvocato Giuseppe Carrieri – sottolinea – che si è mobilitato ed è riuscito con il Senatore dell’Olio ad attivare tramite il ministro Di Maio l’ambasciata per far rientrare mio marito con un volo di emergenza da Casablanca”.

“A seguito delle indicazioni fornitemi dall’avvocato Carrieri, che mi ha fornito contatti e riferimenti di queste 120 persone circa bloccate in Marocco, tra cui alcuni concittadini baresi e pugliesi – ha spiegato il portavoce al Senato del M5S, Gianmauro Dell’Olio – mi sono attivato subito con l’unità della Farnesina per sapere cosa volessero e potessero fare in tal senso, così sono stato avvisato dell’intenzione di creare un volo speciale”.

Sì, perché se è vero che diversi italiani erano bloccati fuori dai confini nazionali, è anche vero che l’origine di Yuseef ha complicato tutto: “Far imbarcare un cittadino marocchino verso l’Italia non è stata una cosa semplice, per questo devo ringraziare il capo di Gabinetto, Vito Leccese, Antonio Decaro che mi ha messo in contatto con la Protezione Civile, le assistenti sociali del Comune di Bari, che sono state al mio fianco, l’associazione Progetto Bari e poi Punto Luce, Vito Leccese e il consigliere comunale Giuseppe Neviera per la loro generosa donazione”.

Non tutto è filato perfettamente liscio. Arrivato a Fiumicino in piena notte, il gruppo ha lamentato la mancanza di assistenza, senza servizi, la possibilità di andare in bagno, o di acquistare cibo, acqua e ricaricare i telefoni, in attesa del volo successivo per arrivare, finalmente, ognuno a casa.