“Buonasera sono la segretaria del dottore, queste sono le coordinante bancarie. Nella causale del bonifico da 200 euro scriva: visita specialistica urologica, e mandi la ricevuta del versamento prima del collegamento al seguente indirizzo email”.

Duecento euro per controllare a distanza su Skype lo stato di avanzamento di una patologia, per il momento non invalidante, al pene. Neppure la circostanza di non poter manipolare l’organo per una consulenza affidabile e una diagnosi certa, avrebbe convinto il professionista a ritoccare al ribasso il costo della consulenza.

“Magari è tutto normale e sono io che provo eccessivo imbarazzo a manipolare il mio membro davanti alla webcam, dovendo avere cura di centrare l’obiettivo – spiega il paziente – ma trovo inappropriato questo modo di fare. Potendo aspettare preferisco essere visitato di persona”.

“Mi immagino scene da Totò e Peppino quando l’inquadratura non è propriamente quella desiderata per avere un quadro esatto della patologia, sempre sia possibile arrivare a una qualsiasi diagnosi – conclude – solo attraverso una sbirciatina alla webcam, alle mie sensazioni e a qualche risposta”.