“Nel 2005 mia sorella si è sottoposta a intervento per tumore all’ipofisi, da allora deve assumere tutti i giorni il Genetropin, un ormone della crescita, come da piano terapeutico dell’endocrinologo. Se lo sospende all’improvviso e per un certo periodo, va incontro a una serie di problemi. Il farmaco viene distribuito dalla farmacia territoriale della Asl, dove andiamo prenderlo mese per mese, non è reperibile nelle comuni farmacie, ma dall’inizio di marzo, a Triggiano, non ce l’hanno più e non si capisce nemmeno perché”. Comincia così il racconto di Vito, giustamente preoccupato per la salute di Manuela, appena 34enne e già una vita complicata alle spalle.

“Da oltre un mese, da quando è scoppiata l’epidemia del coronavirus, ci stanno portando in canzone – racconta – chiamiamo praticamente tutti i giorni e mi dicono che non ce l’hanno, che non è arrivato, che devo richiamare. Prima che Manuela si sposasse facevamo riferimento all’ex Cto, a Bari, e non abbiamo mai avuto problemi, nemmeno quando hanno subito una rapina anni fa. Ora che vive a Valenzano dobbiamo andare a prenderlo a Triggiano, ma non si capisce cosa stia succedendo”.

“Siamo arrivati a metà aprile ormai, la piccola scorta che avevamo fatto è quasi finita – spiega – e se dovessimo sospendere le iniezioni mia sorella andrebbe incontro a tutta una serie di problemi molto seri. Proprio stamattina mi hanno detto che lo avrebbero dovuto ricevere ieri, ma non è arrivato”.

“Una delle tante volte che ho chiamato mi hanno anche dato il numero di telefono dell’azienda produttrice, ma giustamente si sono arrabbiati, non sono mica io che devo fare l’ordine. Ho chiesto ai responsabili della farmacia – conclude – perché non provano a reperirlo dai colleghi dell’ex Cto, o in altre farmacie territoriali della Asl, ma non mi hanno risposto”. Al netto delle complicazioni per la pandemia, l’auspicio per il bene di tutti è che la vicenda si risolva al più presto. Da parte nostra siamo a disposizione della Asl Bari per tutti i chiarimenti e la replica del caso.