Il codice d’onore del mondo degli ultras è una materia a molti sconosciuta e a tratti incomprensibile. Ma è carico di simboli, significati, linguaggi e leggi che valgono ovunque, dal Nord al Sud senza distinzioni.

Ieri mattina sull’autostrada A16 Napoli-Canosa, all’altezza di Cerignola nel Foggiano, c’è stato un violentissimo scontro tra alcuni tifosi del Bari e del Lecce. Dopo alcuni racconti e la discordante testimonianza dell’ultras barese, sono emersi nuovi dettagli e retroscena sul caso che ha fatto scalpore in tutta Italia.

Un minivan di leccesi, dopo aver superato due pullman con a bordo i tifosi rivali, secondo il racconto che gira nei gruppi degli ultras baresi, avrebbe gettato dei chiodi in autostrada provocando la foratura del mini van con a bordo alcuni tifosi biancorossi, ignorando però che più avanti, a distanza di circa 800 metri, ci fosse un pullman richiamato all’attenzione dall’esplosione di una bomba carta.

“Quaranta leccesi contro duecento baresi, lo scontro non ha avuto storia” – si sente in una nota audio di un tifoso giallorosso che gira su Whatsapp -. Sui numeri e su quanto accaduto ci sono diversi racconti e sarà la magistratura a stabilire la realtà dei fatti. In questo caso vogliamo raccontare lo scontro dal punto di vista ultras.

Quello che è successo ieri è la più grande umiliazione che un gruppo ultras possa fare ad un altro. Lo scontro sarebbe durato più di mezz’ora, fino a quando il capo di quel gruppo degli ultras del Lecce non si sarebbe arreso, davanti alla superiorità dei baresi.

Ci sarebbe stati solo alcuni momenti di tregua quando due tifosi del Lecce sarebbero caduti sotto i colpi degli avversari e la “guerriglia” si sarebbe fermata perché quelli del Bari hanno consentito al gruppo di leccesi il recupero dei due “soldati” rimasti a terra, per poi continuare a darsela di santa ragione. Questione di codice d’onore.

E qui arriva il momento finale dell’assurdo scontro. In segno di massima umiliazione, gli ultras del Bari, come si vede da alcune fotografie anche queste girate sui social, hanno sottratto bandiere, stendardi, sciarpe e la “pezza” ai rivali del Lecce. Un gesto “estremo” che nel codice d’onore ultras merita lo sfottò: “UL senza padroni. Senza borsoni, senza striscioni, senza bandieroni, senza furgoni”. Le immagini del settore ospite dell’Olimpico, privo di striscioni, bandiere e sciarpe, sono eloquenti.

Secondo una legge non scritta perdendo il simbolo della propria appartenenza alla squadra, il gruppo ultras sconfitto dovrebbe addirittura ritenersi sciolto.

Molti tifosi si dicono perplessi sulla presenza di donne e bambini al momento dello scontro soprattutto per l’importanza simbolica del materiale trasportato nel pullman leccese depredato. Difficilmente donne e bambini viaggiano negli stessi mezzi in cui gli ultras trasportano bandiere, sciarpe, stendardi e tutto il materiale da portare in trasferta.

Fermo restando la condanna di qualsiasi forma di violenza e di qualunque non condivisibile “codice d’onore ultras”, a tanti è apparso un azzardo non prevedere la scorta delle Forze dell’Ordine ad almeno uno dei gruppi di tifosi. La concomitanza delle partite del Bari a Cava de’Tirreni e del Lecce a Roma, avrebbe dovuto far pensare ad un “casuale” incontro in autostrada.