“È colpa mia, mi assumo tutta la responsabilità, abbiamo chiesto l’autorizzazione tempo fa e avremmo dovuto aspettare, magari non sarebbe mai nemmeno arrivata. Sono stati attimi di terrore quando sul posto sono arrivate otto pattuglie dei Carabinieri”. Il rapper e produttore musicale Nilo recita il mea culpa. Lui, Faylad e un’altra quindicina di persone sono state denunciate dai Carabinieri, arrivati in forze e di gran carriera mentre loro giravano un videoclip.

Colpa di tutto è la scena che stavano girando, l’assalto a un furgone portavalori, simulato con armi giocattolo senza bollini e tappini rossi sulla canna per essere più credibili. “Hanno sequestrato il drone, che non abbiamo utilizzato – spiega Nilo -. Io ho invece ho voluto consegnare la scheda della telecamera per fargli vedere cosa avevamo realmente girato. Le auto, al contrario di quanto è stato scritto, non sono state sequestrate. Sappiamo che probabilmente affronteremo un processo, ma il messaggio che volevamo lanciare era positivo”. Nilo, 33 anni, è un volto noto nella produzione di videoclip, anche musicali. Ha collaborato anche con la Universal e tra i suoi clienti ha numerose aziende quotate.

Quando si è sparsa la notizia, è successo il finimondo, ma soprattutto l’accaduto ha talmente scosso gli animi, che la pubblicazione del brano, di cui vi facciamo ascoltare il ritornello in anteprima esclusiva, è al momento in forse: “Io voglio far uscire la canzone – racconta Faylad -. Alla fine domenica mattina 15 persone si sono ritrovate per qualcosa di buono anzi che andare la sera prima a ballare, bere, ubriacarsi o fare i fatti loro, erano concentrati su quel messaggio”. Falylad ha 26 anni, di cognome è Gafurov. È venuto a Bari per seguire sua madre, che intanto aveva trovato il suo amore qui, quando aveva 8 anni. Il suo nome l’ha letteralmente inventato sua nonna. Il ragazzo, di origine Turkmena, lavora in un panificio a Barivecchia sognando di sfondare nel mondo della musica.

“Abbiamo usato il linguaggio di giovani, che tanto va di moda in questo momento: musica trap e ritornello neomelodico”, spiega Giuseppe Giocondo, 29 anni originario di Minervino Murge. Lui è l’autore del brano. “Si tratta di un ragazzo immischiato in questa rapina – continua l’autore – che sul più bello, pensando alla sua fidanzata incinta, sceglie di lasciare quella vita, perché non si può che finire male”.