Vendevano su piattaforme ecommerce pezzi di antiquariato, armi antiche, reperti e frammenti archeologici di cui erano in possesso illecitamente. A finire nel mirino dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari sono 27 professionisti baresi e foggiani, denunciati per ricettazione, possesso illecito di beni culturali, alienazione illecita di beni culturali e detenzione abusiva di armi antiche.

L’attività dei militari del Comando Tutela Patrimonio Culturale è stata avviata negli ultimi sei mesi del 2019. I carabinieri hanno portato avanti un vero e proprio “pattugliamento telematico” sia dei siti web alle compravendite di oggetti d’arte, che di quelli relativi alle compravendite di immobili. Anche attraverso le foto pubblicate sui siti per la compravendita di case, i carabinieri sono riusciti ad individuare lussuose abitazioni in cui i reperti erano custoditi ed esposti. In alcuni casi i reperti erano in apposite teche o vetrine.

Una volta terminate le indagini sono scattate le perquisizioni che hanno consentito il recupero di 140 reperti archeologici databili tra il III ed il IV sec. a.C., circa 200 frammenti (prevalentemente parti di corredi funerari provento di scavi clandestini, in gran parte riconducibili all’area della Magna Grecia) e 30 armi antiche, tra cui spicca un cannone del XVI secolo.

I preziosi oggetti rinvenuti, dopo le attività tecniche che ne hanno stabilito l’autenticità, sono in attesa del provvedimento di confisca che li farà entrare nel Patrimonio Culturale dello Stato.