Condannati i 4 imputati maggiorenni accusati di aver partecipato allo stupro di gruppo di una ragazza, all’epoca dei fatti non ancora 15enne, nell’Anfiteatro Di Ponente a Molfetta. La decisione arriva dalla Corte d’Appello di Bari.

I fatti risalgono ad aprile 2012. Un gruppo di 8 ragazzi, maggiorenni e minorenni, trascinarono nella struttura la ragazzina. Per la differenza di età degli imputati si sono svolti due filoni processuali, uno dinanzi al Tribunale di Trani e uno al Tribunale dei minori di Bari.

Il giudizio a carico dei maggiorenni si concluse in primo grado con una condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona per tre soggetti che abusarono materialmente della ragazza alla presenza degli altri che restarono impassibili ad assistere alla scena. Il quarto venne condannato a 4 anni e 4 mesi per concorso morale nello stupro di gruppo e per un successivo abuso sessuale commesso individualmente.

La Corte barese, a seguito di una integrazione istruttoria, ha ridotto di due mesi la pena a 4 anni a 3 degli imputati non ritenendo sussistente il reato di sequestro di persona, e a tre
anni per il partecipante morale, riconoscendogli l’attenuante del contributo di minima importanza. Ha inoltre confermato la provvisionale di 50mila euro, oltre i danni da liquidarsi in sede civile, a carico di tutti gli imputati in solido.

Analoga pena, 2 anni e 9 mesi, era stata inflitta in primo grado nel gennaio 2019 ad
altri tre imputati giudicati dal Tribunale per i Minorenni di Bari nella veste di concorrenti morali, mentre un quarto imputato minorenne partecipante attivo ammise i fatti chiedendo ed ottenendo la messa alla prova. Per tale episodio pende giudizio d’appello.

“Mi sento di rivolgere un grande grazie al mio avvocato Annalisa Nanna – afferma la ragazza vittima della violenza di gruppo – per la sua determinazione e il duro lavoro svolto in questa orrenda vicenda, per avermi seguito passo passo con estrema professionalità, prendendo a cuore la mia storia. Un ringraziamento speciale lo rivolgo anche all’Arma dei Carabinieri di Molfetta, in particolare al comandante Sergio Tedeschi, al maresciallo Vincenzo del Vento, Luigi Mininno e Claudio Di Michele per l’incisivo lavoro d’indagine, per il supporto morale e psicologico e per non avermi mai fatto sentire sola. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno creduto in me, al Procuratore De Luca, ai Giudici che hanno deciso, e a chi mi ha dimostrato che non bisogna mai smettere di credere nella Giustizia quando si ha dentro di sé la forza della verità”.