Scritte sui muri, messaggi festanti che inneggiano alla nascita di questo e quello, mozziconi di sigaretta spenti negli angoli come se fosse la cosa più normale del mondo e non ci trovassimo in un ospedale, dove oltre tutto è proibito fumare per legge.

Siamo al terzo piano del Policlinico di Bari, nei corridoi davanti al reparto di Ginecologia. A giudicare dalla immagini, siamo ben lontani da quell’ambiente pulito, salubre e igienizzato che ci si aspetta di trovare in un nosocomio, dove normalmente si va a cercare la salute.

È evidente che non si tratta solo degli ultimissimi giorni, la quantità di messaggi vergati sulle pareti fa pensare piuttosto a una situazione che si protrae da tempo. Va da sé, lasciate andare al proprio destino, le cose tendono a peggiorare.

Il richiamo niente affatto velato è alla Teoria delle Finestre Rotte, secondo cui “mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia (sic) o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi” (Wikipedia).

Tradotto, se nessuno interviene tempestivamente per ripristinare il normale ordine delle cose, tutti si sentiranno autorizzati a informare il mondo dei nuovi nati, con buona pace degli altri pazienti. “È nato Vito”. Auguri ai genitori.