Otto affiliati al clan Strisciuglio sono stati condannati dal Gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia a pene comprese tra i 20 anni e i 16 anni di reclusione, erano accusati del duplice omicidio di Luigi e Antonio Luisi, padre e figlio. Stando alle indagini della Squadra Mobile di Bari, coordinate dai pm della Dda Giuseppe Gatti e Patrizia Rautiis, il movente dei delitti sarebbe riconducibile a dissidi tra i clan Strisciuglio e Mercante per il controllo dello spaccio di droga nel quartiere Libertà.

Sono stati condannati a 20 anni di reclusione i pregiudicati Vito Valentino e Alessandro Ruta, ritenuti i mandanti del primo agguato in cui morì il figlio; Domenico Remini, pianificatore di entrambi i delitti; Christian Cucumazzo e Antonio Monno, esecutori materiali dell’omicidio di Antonio Luisi e del tentato omicidio del padre Luigi; Maurizio Sardella, che avrebbe aiutato i sicari dell’agguato al padre, monitorando i movimenti della vittima. Il gup ha condannato a 18 anni di reclusione Donato Sardella, figlio di Maurizio, e a 16 anni Gaetano Remini, fratello di Domenico, che hanno confessato di essere gli esecutori materiali dell’assassinio di Luigi Luisi.

Antonio, il figlio, fu ucciso in un agguato il 30 aprile 2015 mentre rimase ferito il padre Luigi, vero obiettivo dei killer. Il figlio, estraneo ai contesti criminali, fu ucciso per errore perché si frappose tra i sicari e il padre nel tentativo di salvarlo, reso vano il 31 ottobre dell’anno successivo, quando il clan portò a termine l’obiettivo, tornando a colpire Luigi Luisi, morto in ospedale il 14 novembre dopo due settimane in coma.

La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato nell’aula bunker di Bitonto. Nei confronti di tutti gli imputati il giudice ha riconosciuto le contestate aggravanti del metodo mafioso, di aver agevolato un’associazione mafiosa e della premeditazione.