Costretto ad accettare la destinazione di Bari per non perdere il proprio posto di lavoro, per poi vedersi superato da 500 colleghi finiti sotto in graduatoria mentre la propria famiglia e le sue due bambine vivono a Foggia. Chi ci scrive è un infermiere, che ha deciso attraverso il nostro giornale di far circolare una lettera aperta inviata al presidente della regione Puglia Michele Emiliano, dopo il concorso di mobilità regionale appena deliberato.

”Salve Presidente Emiliano, chi le sta scrivendo è un infermiere, ma prima ancora un padre di due splendide bimbe, che lavora a Bari – esordisce l’uomo-. Io sono uno dei tanti infermieri che ha vinto con tanto impegno e fatica il concorso precedente. In fase di firma di contratto, a me come tanti miei colleghi, ci è stato imposto di accettare Bari come destinazione nonostante io sia di Foggia e padre di due bambine. Ho chiesto l’assegnazione della mia città, sapendo che il concorso era regionale e che avrebbero chiamato anche dalle altre provincie. Mi è stato detto categoricamente che non sarebbe stato così e che se non avessi accettato, avrei perso il mio contratto. Ho firmato e dopo solo 10 giorni sono venuto a conoscenza che stavano chiamando da tutte le province compresa Foggia. Ho visto quindi colleghi, arrivati 500 posti dopo di me in graduatoria, firmare per Foggia”.

La graduatoria del concorso unico sarà regionale, con opzioni sulle sedi prescelte espresse dai candidati e scorrimento della graduatoria che sarà valida per tre anni.

”Siamo stati presi in giro visto che ci è stato detto che non era necessario fare ottime prove di concorso per poter lavorare nella propria provincia – accusa l’infermiere-. Ci è stato a questo punto promesso che, con la mobilità regionale, avrebbero sanato questo disguido portando la stessa ad esaurimento, ma a mio dispiacere ed anche sconforto scopro che questa non avrà una graduatoria di vincitori non idonei ma una volta assegnati quei pochi posti la graduatoria non verrà più utilizzata. Le chiedo da padre a padre di poter rimediare a questa ennesima ingiustizia, noi della mobilità regionale non togliamo posti di lavoro a nessuno, soprattutto ai precari, si tratta solo di poter lavorare nella nostra provincia potendo così dare il giusto provincia potendo così dare il giusto sostentamento alla famiglia e riottenere un diritto negato”.