“A morire e a pagare c’è sempre tempo”. Parole durissime, il rinvio di due udienze civili in rapida successione, l’una fra due e l’altra fra 3 anni non è davvero andato giù all’Avvocato Leopoldo Di Nanna; difficile dargli torto del resto, specie considerando che si tratta in un caso del risarcimento per i familiari di una persona deceduta dopo essere stata investita mentre era in bicicletta.

“Tutelare il diritto di una persona in queste condizioni diventa impossibile”. Il punto è proprio questo: le condizioni. Decine di migliaia di cause nuove ogni anno, e pochissimi Giudici, numeri che rendono l’idea dello stato in cui opera il Tribunale di Bari, e altrove non va meglio.

Com’è possibile che la patria del diritto si sia ridotta in queste condizioni? La risposta, tutto sommato, è abbastanza semplice. Basta non fare i concorsi a cadenza annuale/biennale, basta lasciare le cancellerie con poco personale, basta non incrementare le risorse, anche umane, e più in generale trascurare l’intero comparto, mentre nel frattempo la domanda di Giustizia da parte dei cittadini aumenta, anche nei confronti dello Stato.

“Nelle opposizioni alle pretese molte volte contestabili degli enti creditori e di riscossione, l’esecutività della cartella spesso non si sospende – sottolinea – e a maggior ragione dovrebbero risolversi presto, ma se non è così, chi ne fa le spese è il cittadino che vuole essere tutelato. E così per i contenziosi contro gli istituti di credito e le grandi società, contro i datori di lavoro ed ogni altra tipologia di processo.

“Il risultato – aggiunge – sono cause civili le cui udienze vengono rinviate di tre anni, e quando va bene si chiudono dopo 10, con persone che hanno anche una certa età o non sono in buone condizioni di salute. La beffa finale riguarda il Cliente, nei cui confronti l’Avvocato diviene vero e proprio parafulmine dei mali della giustizia, e al quale ogni volta è sempre più difficile spiegare che la colpa non è certo del suo difensore”.

“Tutto questo – conclude Di Nanna anche nella qualità di Presidente Nazionale dell’Associazione Forza dei Consumatori, nonché Dirigente Nazionale dell’Associazione di Politica Forense Nuova Avvocatura Democratica – a costi assurdi per chi ricorre all’Autorità Giudiziaria Civile per rivendicare un suo diritto, a partire dal contributo unificato che si versa al momento della iscrizione a ruolo della causa, lievitato nel tempo sino a riservare ormai la giustizia solo ai ricchi”.