Attimi di panico questa mattina nel “Reparto Gabbione” del Policlinico di Bari, dove sono presenti alcune camere di sicurezza gestite dalla Polizia Penitenziaria in cui vengono condotte persone che necessitano di una particolare assistenza. Un detenuto nigeriano si è barricato in cella e, armato di bastoni ricavati da suppellettili, ha distrutto qualsiasi cosa presente minacciando anche chiunque gli si avvicinasse.

L’uomo aveva già manifestato un comportamento aggressivo la sera del 16 novembre scorso, quando senza motivo aggredì ferocemente due agenti di Polizia Penitenziaria, trasportati con urgenza al Pronto Soccorso del Policlinico di Bari. Uno dei due ha riportato un trauma cranico in seguito ad una testata al sopracciglio destro, il collega ha subito invece un morso alla pancia con tanto di pelle estratta con i denti. Il detenuto è stato per tanto ricoverato nel reparto speciale dell’ospedale di Bari per essere tenuto in osservazione dal personale sanitario, rimanendo comunque sotto la custodia della Polizia Penitenziaria.

La situazione è tornata alla normalità grazie all’intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria, coordinati dal Comandante del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti Provinciale di Bari, e grazie alla collaborazione del personale medico. L’uomo è stato riportato alla calma rimanendo ricoverato nel reparto dove si trovava. Non si registra nessun ferito.

“I casi di aggressione verso gli operatori penitenziari – afferma il Segretario Generale del Si.P.Pe Olanda – cominciano a diventare sempre più frequenti. Pochi giorni fa, anche nel Penitenziario di Viterbo un detenuto Rumeno, già noto come persona irascibile e potenzialmente pericolosa per il suo comportamento aggressivo, era andato in escandescenza distruggendo qualunque cosa si trovava davanti, rompendo anche i vetri della finestra della propria cella per autolesionarsi e minacciare chiunque gli si avvicinasse. Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede deve assolutamente prendere atto che nei Penitenziari Italiani ci sono 20.149 detenuti stranieri che oltre ad essere un costo per la società, cominciano anche a creare problemi di gestione dei detenuti stessi”.