Imprenditore acquista cartongesso per un valore di 1.200 euro da una rivendita alla periferia di Bari e se ne va senza pagare. L’uomo viene braccato per un lungo periodo, ma fa perdere le proprie tracce, sembra essere stato inghiottito nel nulla. Se non altro non ha dato false generalità come il signor Debenedictis, colto da malore prima di poter pagare a Miao la riparazione del cellulare.

Nella sua azienda, in via Napoli, non c’è nessuno e i telefoni squillano a vuoto. La storia che vi raccontiamo oggi entra a pieno titolo nella hit parade della rubrica: “povero a chi capita”.

Ci siamo messi anche noi sulle tracce del furbetto, senza riuscire a trovarlo. Non disperiamo perché qualche indizio in più siamo riusciti a metterlo insieme. Tuttavia la vicenda va resa pubblica perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. A pagare le spese della presunta truffa o prolungata dimenticanza, infatti, non è stato l’altro imprenditore, titolare del punto vendita. I veri buggerati di questa storia sono due poveri operai, quelli che materialmente hanno fatto credito all’imprenditore, cliente fisso e fino a quel momento buon pagatore.

Il datore di lavoro, infatti, ha recuperato i 1.200 euro di buco dividendo la cifra in due e trattenendola dalla busta paga. La rabbia è tanta, perché lo stipendio è modesto e quei soldi fanno comodo a chiunque. Il dato è tratto, o quasi, ma non è detto perché tutte le strade portano nel cantiere in cui è finito il cartongesso acquistato aumma-aumma.