È giovedì, il mercato settimanale in via Salvemini è preso d’assalto fin dalle prime luci del giorno. I venditori allestiscono le bancarelle, ma non mancano espositori e cesti improvvisati, senza contare lenzuola e bustoni neri da riempire e svuotare all’occorrenza. Ci sono migranti, storici abusivi purosangue baresi, ma anche beneficiari del reddito di cittadinanza e spuntisti in pensione da più di 20 anni.

Vendono calze, scarpe, mutande, cover per cellulari, giubbotti, tute e altra merce. Poi ci sono gli abusivi della frutta e verdura, ma quelli meritano un capitolo a parte. I commercianti sono esausti. Due o tre di loro hanno chiamato la Polizia Locale, sperando in un blitz dell’Annona. Oggi è andata male. La prossima srttimana chissà.

Pagano le tasse e in questo giovedì nero qualcuno non è riuscito a incassare neppure i soldi per riportare il furgone in garage. Il maltempo, le imposte, le spese, la crisi generale dei mercati e, come se non bastasse, un numero crescente di persone che arrotondano aumma-aumma il reddito di cittadinanza o la pensione. Questi ultimi non pagano un solo euro allo Stato, evadono il fisco e se ne infischiano di doveri e concorrenza, andando ad alimentare il mercato sottobanco dei grossisti.

Sì, perché la necessità di sbarcare il lunario è altra cosa rispetto a quella che viene chiamata a questa latitudine baguttella, marchetta, ricotta. I commercianti non ne fanno una questione di colore, di razza, credo o abitudini sessuali. Se è vero che tutti devono campare perché hanno famiglia, il discorso vale anche per gli ambulanti regolari. Si vuole davvero risolvere il problema? Dopo anni di racconti e narrazioni varie, non lo abbiamo ancora capito. Ma soprattutto, quali alternative vengono proposte a chi è davvero in cerca di un lavoro?

In attesa di risposte strutturali – quelle arrivate finora sono state inadeguate, per certi versi fallimentari – si potrebbe quanto meno convincere beneficiari di sussidi come il reddito di cittadinanza e pensionati a non togliere il pane a chi non ha altro per sostenere le proprie famiglie. È una questione di sussistenza, per tutti.