Il caso dei presunti maltrattamenti nella comunità “Amici per amore” di Valenzano è diventato nazionale. Da Roma e Milano stanno arrivando inviati di trasmissioni televisive e telegiornali. La notizia è rimbalzata ovunque e la nostra intervista alla direttrice della struttura, Chiara Castelletti, indagata insieme all’educatore Michele Iaccarini, ha scatenato molteplici reazioni.

Da un lato incredulità e sostegno alla Castelletti e alla struttura; dall’altro indignazione e rabbia, come nel caso di Dominga, mamma di 6 figli, 5 dei quali affidati alla comunità per 17 mesi, prima di essere trasferiti in un’altra struttura a Bari, ma da due settimane di nuovo a casa.

Proprio dal conflitto dei due genitori era partita la decisione di affidare i bambini al centro diurno, poi alla comunità. Una situazione familiare difficile. “Era un carcere – tuona la donna -. Ciò che avete visto quando siete andati a intervistare la Castelletti non corrispondeva alla realtà che ho vissuto, trascorrendo per un lungo periodo anche 5 ore al giorno in comunità”.

Le accuse, rilanciate dalla mamma su Facebook sono durissime. “C’era un’assoluta mancanza di igiene – continua – non solo dei luoghi con la presenza di sporcizia e mosche per via della presenza di tanti animali. I miei figli andavano sporchi a scuola. Le unghie, per esempio, sono state tagliate più di due mesi dopo il loro arrivo in comunità”.

Dominga conferma le docce fredde, ma non crede si sia trattato di punizioni, ma di guasti non riparati. “Comunque una cosa grave – spiega – i guasti si riparano. Le punizioni, fino a quando qualcuno non l’ha fatto notare alla Castelletti, erano quelle di far andare i bambini a letto senza cena. Ai miei figi è capitato spesso”. La mamma che dice di aver fatto verbalizzare le sue denunce nelle sedi opportune ben prima di sapere che la struttura fosse sotto inchiesta, parla anche del cibo scaduto che sarebbe stato somministrato agli ospiti.

“Io stessa ho dovuto cucinare per tutti polpette con macinato nero e puzzolente perché non c’era altro e in un’altra occasione ho fatto la focaccia con il lievito scaduto da un mese. Mi è stato detto che succede anche a casa loro, come i vermi nella pasta e nel riso”. La cosa più grave, a suo dire, sarebbe stata la volontà di dare in affidamento i 5 figli. “La psicologa – denuncia – ha agito e preso la decisione senza mai avermi nemmeno ascoltato. Eppure le bambine facevano disegni e scrivevano di amarmi e di voler stare a casa. Non sono mai stata contenta di quel centro, anche perché in diverse occasioni le maestre di scuola hanno scritto note sui diari di due delle mie figlie sul fatto che non avessero la cartella in ordine o perché fossero andate senza merenda”.

Dominga spiega anche la questione degli animali e delle loro pulizie. “Si dava da mangiare e si pulivano a turno, anche le mie figlie hanno doto loro da mangiare. In un caso ho dovuto buttare io la carcassa di un gatto morto da un paio di giorni perché nessuno voleva farlo e la Castelletti mi ha detto che le donne sono più forti”. “C’erano tanti educatori bravi – chiude la donna – che se ne sono andati per disperazione. Nel caso ci sia un processo ci costituiremo parte civile per tutto ciò che ci hanno fatto passare”.