La notizia dei presunti maltrattamenti ha fatto presto fatto il giro di Valenzano e di tutti i comuni che affidano minori con situazioni difficili alla comunità “Amici per Amore”. La fuga di notizie ha gettato fango sulla struttura, che sta decidendo il da farsi per tutelare la propria reputazione.

Intorno alle 10.15 di questa mattina abbiamo suonato al campanello della comunità, sulla via per Casamassima. Nessun preavviso. Chiara Castelletti, responsabile della struttura, è al telefono con l’avvocato. La donna, insieme a un educatore, è indagata per i presunti maltrattamenti ai danni degli ospiti.

Ci fa accomodare in ufficio e risponde alle nostre domande, mentre dalle scuole frequentate dagli ospiti della comunità chiamano per avere notizie. Il blitz della Guardia di Finanza risale al 15 maggio del 2018. Una ventina di uomini in divisa e funzionari della Asl rimasero più 10 ore e se ne andarono solo dopo aver rivoltato la grande villa. A far partire l’inchiesta una ex dipendente, anche lei di Valenzano, licenziata nel 2017 perché scoperta a fotografare un ragazzino seminudo mentre si masturbava. Immagini mostrate ad altri operatori e ospiti della comunità, a quando riferisce la Catelletti nella segnalazione alle Autorità competenti.

Non solo. Quell’episodio costò caro alla ex dipendente. La donna, infatti, aveva avviato le pratiche per l’affidamento di uno dei minori ospitati nella comunità. Nell’inchiesta è stata già archiviata la posizione di un altro operatore. La direttrice smentisce categoricamente l’utilizzo di sedativi o di punizioni corporali di qualunque tipo, così come nega possano essere mai stati utilizzati farmaci o alimenti scaduti.

Una versione diversa rispetto a quella trapelata oggi sulle pagine di un quotidiano locale. La verità potrebbe essere diversa da quella dipinta. La struttura è oggetto di ispezioni semestrali improvvise da parte della polizia giudiziaria della Procura e gli ospiti vengono ascoltati da psicologi e assistenti sociali. Prima e dopo l’esposto nessuno ha mai rilevato anomalie. Curioso il fatto che il centro sia ancora aperto nonostante la gravità di quanto accertato, ospitando una trentina di persone nel centro diurno e 6 in comunità. Per il bene di tutte le persone coinvolte nella vicenda appare indispensabile fare chiarezza nel più breve tempo possibile.