Il servizio mandato in onda dalle Iene ha colpito nel segno e indignato tutti.
Lo chiamano “Ospedali da incubo” per esigenze giornalistiche, perché fa presa. In Puglia, come affermato dalla stessa Iena, non ci sono situazioni logistiche e igieniche come quelle documentate in Calabria o in Campania. Da noi, come si vede nel video, esiste un deprecabile spreco di denaro pubblico, risorse umane e strumentali.

Ingenti quantità di denaro pubblico investiti per mantenere in vita, si fa per dire, ospedali da dismettere come da previsione regionale; ingenti quantità di denaro spese addirittura per la ristrutturazione di interi ospedali e reparti da chiudere o riconvertire, senza contare l’acquisto di attrezzature sottoutilizzate o peggio ancora abbandonate a prendere la polvere.

Tutto questo è accaduto e accade mentre la Regione Puglia è dentro al piano di rientro e mentre la richiesta di sanità aumenta, al contrario dei servizi, che si riduce a causa delle ristrettezze finanziarie e i vincoli di bilancio. Strano che il presidente Emiliano, invece di prenderne atto, si sia affannato (anche in modo molto opinabile gridando, intimando e persino minacciando) a difendere, oltre ogni evidenza, il suo operato da assessore alla Sanità e contemporaneamente presidente della Regione Puglia. Emiliano, ma forse non se ne è reso conto, indirettamente difende anche i dirigenti della Asl Bari e delle altre Asl pugliesi, che se ne occupano materialmente salvo affermare di non conoscerli per niente.

Di sicuro lo spreco di soldi pubblici mostrato non è stato digerito dalla pubblica opinione, ma c’è un aspetto del servizio di Pecoraro, passato in sordina, che è al contrario inquietante: riguarda la qualificazione e persino la legittimità dei titoli posseduti da alcuni dirigenti delle Asl regionali. Molti dei dirigenti sanitari, tecnici e amministrativi, per esempio della Asl Bari, non posseggono i requisiti previsti dalla legge per ricoprire i ruoli loro conferiti e in qualche caso – cosa anche più grave – se ci fosse stato un concorso pubblico non avrebbero potuto neppure partecipare.

L’escamotage che in Puglia negli ultimi anni ha consentito di bypassare persino uno specifico pronunciamento della Corte Costituzionale si chiama articolo 15 septies. Per i non addetti ai lavori significa che l’Ente pubblico, nel caso specifico la Asl Bari – seppure il discorso vale per le altre Asl regionali -, avendo necessità di assegnare ruoli di grande specializzazione in assenza di dirigenti interni idonei, affida per chiamata diretta e a tempo determinato un incarico di direzione, ovviamente per il lasso di tempo necessario a consentire l’espletamento del concorso pubblico.

Grazie all’utilizzo “esteso” di questa modalità e di successive interpretazioni estensive “favorevoli”, molti di coloro che si fregiano della direzione di questo o quel settore, sono entrati a far parte della grande famiglia delle Asl in barba alle norme e al buonsenso, compresi i pronunciamenti della Corte Costituzionale. Sì, perché si discute tanto di concorsoni e requisiti per la partecipazione degli Oss o degli infermieri a pochi mesi dalle elezioni regionali, ma spesso chi è coinvolto o preposto a prendere queste decisioni delicate risulta non aver partecipato ad alcuna selezione pubblica.

È un paradosso incomprensibile per chiunque. Piuttosto che indignarsi per l’operato del collega Pecoraro, il presidente Emiliano dovrebbe chiarire oltre ogni dubbio le posizioni e situazioni incriminate e, se necessario, fare un po’ di pulizia negli uffici che ricadono sotto la sua competenza. Oggi il presidente non avrebbe responsabilità, se non di vigilanza ed eventualmente di intervento correttivo, essendo esse state poste in essere prima del suo insediamento.

Se davvero il capo del personale della Asl Bari, al pari di tutte le analoghe situazioni delle altre Asl regionali, come detto nel servizio delle Iene, durante il quale purtroppo non ha dato spiegazioni, fosse davvero un figlio dell’articolo 15 septies, dovrebbe esserci un un intervento immediato del presidente Emiliano. Non si può infatti chiedere ai pugliesi e a chiunque altro decida di partecipare a un concorso pubblico di credere alla sua trasparenza se questi sono i presupposti.

I cittadini pugliesi aspettano di conoscere le reazioni della politica, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e delle autorità competenti, restando in attesa di capire nel dettaglio se ci sono e quanti e quali siano i dirigenti riusciti a entrare direttamente nelle stanze delle Asl pugliesi, non avendo titolo e competenze idonee e di legge, senza passare dalla obbligatoria selezione pubblica. Operazione necessaria per restituire credibilità ed autorevolezza alla Politica regionale, nell’interesse diretto del presidente Emiliano. Sarebbe dunque fondamentale comprendere, e se confermate le indiscrezioni, sanzionare le responsabilità di chi ha congegnato e deliberato le operazioni oltre le eventuali omissioni di controllo.