Qualche giorno dopo l’uscita del pezzo in cui raccontavamo del pestaggio di un dipendente dell’Arif, i vertici dell’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali hanno convocato la vittima nella sede di Bari. Giunto sul posto, il dipendente ha trovato ad attenderlo uno degli aggressori, un altro dipendente dell’azienda denunciato ai Carabinieri. Nella stanza in cui la vittima è stato convocato, ad attenderlo c’erano il commissario Damiani, l’avvocato Galli e il responsabile impianti, oltre che ex responsabile del “Progetto Maggiore”, Giannini.

A parlare pare sia stato il solo Galli, capo del personale, che ha tirato le orecchie al dipendente pestato. “Prima di essere aggredito – avrebbe detto – stavi raccogliendo alcuni fiori di zucca”. Poche parole sulla faccenda, se non l’espressione del dispiacere per quanto accaduto e un consiglio: “Non accettare provocazioni dall’aggressore”. Oltre il danno fisico e morale, anche la beffa della tirata d’orecchie senza conseguenze, in attesa che le indagini dei Carabinieri facciano il loro corso.

In molte azienda private, figuriamoci pubbliche, per una cosa simile si verrebbe licenziati, ma l’Arif non è un’azienda privata e nemmeno di quelle pubbliche che prendono provvedimenti drastici. Il dipendente aggredito, lo ricordiamo, prima dell’aggressione aveva subito l’incendio della propria auto (denunciato ai Carabinieri contro ignoti) dopo aver denunciato il conflitto di interessi di uno degli aggressori denunciati.

In sostanza, il dipendente avrebbe lavorato nel territorio di competenza Arif in cui ricadeva una sua campagna. Il dipendente è stato trasferito, a dimostrazione della effettiva solidità della segnalazione dell’aggredito. Speriamo che in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa, non accada nient’altro di spiacevole.