“Nell’ultima telefonata mi aveva detto che me l’avrebbe fatta pagare e così è stato”. A parlare è la donna accusata di stalking nei confronti dell’ex fidanzato. Secondo le informazioni diramate dalla Polizia la 34enne avrebbe per anni perseguitato l’uomo, minacciato di morte la sua famiglia e distrutto la macchina con una catena, ma secondo il racconto della donna in realtà le cose non sarebbero andate proprio così.

“Il mio calvario è iniziato 3 anni fa quando ho deciso di lasciarlo per il suo comportamento possessivo nei miei confronti. Mi diceva come dovevo vestirmi, con chi parlare e se ricevevo una chiamata dalle mie amiche ero costretta a dirgli per filo e per segno ciò che ci eravamo dette al telefono. Dal quel momento – spiega la donna – la mia vita è diventata un incubo. Telefonate, messaggi e persino pedinamenti. Più volte mi ha fermato in mezzo la strada e strattonandomi diceva che ero una poco di buono”.

“Mi hanno accusato di aver rivolto minacce di morte alla sua famiglia, ma non è vero. Conosco i suoi genitori e sono persone fantastiche. L’unica cosa che gli ho detto – precisa – è che avrei chiamato sua madre per dirle il male che mi stava facendo. Non avrei comunque potuto farlo visto che il suo numero non lo ho”.

“Ad un certo punto non ce l’ho fatta più e ho deciso di denunciarlo, ma nulla è cambiato. Ha continuato ad appostarsi sotto casa mia e a seguire anche le mie amiche. Mi diceva che ero la donna perfetta per lui, che ero sua e che nulla poteva fargli cambiare idea, se non ritirare la denuncia. Per questo è stato assolto. Davanti al giudice – spiega la 34enne – ho detto che mi ero inventata tutto solo perché volevo che uscisse dalla mia vita”.

“Un giorno, però, mi ha incontrato al parco insieme ad un mio amico. Credendo fosse il mio compagno ha iniziato a strattonarmi. Il ragazzo che era con me è intervenuto per difendermi e lì è nata una colluttazione. Dopo l’aggressione – continua – lui è andato in ospedale e ha denunciato il mio amico perché gli aveva rotto il braccio. Strano però che una cintura nera di judo abbia subito così tante ferite da parte di un ragazzo che non ha mai praticato arti marziali”.

“Quella stessa sera – racconta la donna – mentre ero in bici ho visto la sua macchina. Gli ho scritto di raggiungermi perché ero stanca dei suoi comportamenti e dovevo fargli capire che non avevo più paura di lui. Una volta sceso mi sorrideva da lontano, senza rivolgermi la parola, a quel punto mi sono innervosita e ho deciso di spaccargli gli specchietti con le mani, e non con la catena della bici, per fargli capire che sono una donna forte”.

“Da uomo vile ha chiamato la Polizia e da lì il suo farmela pagare è diventato realtà. Sono stata allontanata da Bari e ora sono chiusa in casa con la paura di incontrarlo. Voglio riprendere in mano la mia vita – conclude la donna accusata di stalking – e sono pronta ad affrontare un processo pur di non vederlo mai più sulla mia strada”.