Un buco da 8,8 milioni di euro annui nelle casse della Regione, unito a possibili irregolarità nella gestione delle procedure di assunzione. La patata bollente dei 285 precari stabilizzati dal governo pugliese l’anno scorso, non accenna a raffreddarsi, anzi, continua decisamente a scottare. A soffiare sul fuoco che alimenta la fiamma, questa volta, ci pensa la Corte dei Conti.

Nella relazione trasmessa all’assessorato al Bilancio, i Giudici contabili hanno messo nero su bianco i numeri del pasticcio tramandato fin dalla prima giunta Vendola e arrivato nelle mani di Michele Emiliano, non senza passato anche attraverso le stanze della Procura, della Guardia di Finanza, e adesso della Corte di Conti.

Parliamo di quei 285 additati da più parti come “figli di, parenti di, amici di” etc etc, molti dei quali stabilizzati pur senza essere passati attraverso un concorso, pescati da una shortlist ed entrati grazie al così detto “comma Ginefra” della Finanziaria 2015. Nel piano di stabilizzazione, scrivono alla Corte di Conti, la Regione non avrebbe quantificato il costo dell’operazione, ma soprattutto non avrebbe rispettato il principio per cui, a ogni posto riservato agli interni, deve corrispondere un posto anche per gli esterni, oltre al già citato superamento di un concorso.