Denunciamo spesso il degrado di alcuni pezzi della città di Bari, non sempre nelle lontane periferie, ma come nel caso di corso Italia a pochissimi passi dal centro della città. La passeggiata di due giorni fa sotto il ponte ferroviario delle Appulo Lucane, però, è una delle cose più vergognose che ci sia capitato di raccontare.

Non tanto perché, come al solito, ci sono latrine a cielo aperto ovunque e decine di siringhe disseminate lungo il muretto, sotto le auto in sosta o in castrate nella ringhiera, piuttosto per i tanti turisti costretti a “godere” di quello spettacolo.

L’accoglienza sta a zero. Nella lunga ora di permanenza su corso Italia – un tratto brevissimo di corso Italia – sono passate un centinaio di persone. Tra queste, udite udite, una ventina di pendolari, due di passaggio per la prima volta, ma soprattutto una decina di stranieri: spagnoli (la maggior parte), giapponesi, francesi e inglesi, solo per citare quelli che siamo riusciti a intercettare.

Camminano a due passi dalla scia di sangue, senza che nessuno si preoccupi di una reale bonifica o quanto meno di avvisarli del pericolo. Passeggiano senza neppure essere rinfrancati dall’olfatto, perché la puzza è nauseabonda.

La moglie di Giovanni ormai è rassegnata alle pulizie straordinarie, fatte solo quando il troppo è troppo. Il guaio è la gestione quotidiana di quell’area, tra le altre cose teatro di risse frequenti e dormitorio per senzatetto. Molti turisti, in cerca di alloggi economici, stanno iniziando ad affollare anche pezzi di città lontani dal centro storico e dalla costa, bisognerà farsene una ragione.