Stamattina i Carabinieri di Bari hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP presso il Tribunale di Bari, Antonella Cafagna. I destinatari del provvedimento sono il 33enne Saverio Faccilongo, il 21enne Saverio Carchedi e il 34enne Giovanni Sgaramella, esponenti del clan Strisciuglio, operativo nel quartiere San Pio.

In concorso con terzi soggetti ancora da identificare, i tre sono ritenuti responsabili  dell’omicidio del pregiudicato 39enne Michele Ranieri, avvenuto in via della Lealtà, proprio a San Pio, la sera dell’11 settembre 2019. Soprannominato “gamuff”, anche lui membro dello stesso clan Strisciuglio, Ranieri operava nel quartiere Carbonara.

Le indagini hanno permesso di scoprire il ruolo di Faccilongo, elemento apicale del sodalizio operativo a San Pio, da tempo detenuto in un istituto penitenziario del centro Italia, nell’omicidio di Ranieri. È stato accertato che, nonostante fosse recluso in regime detentivo ordinario per scontare una precedente pena detentiva, attraverso il possesso clandestino di telefoni cellulari fraudolentemente introdotti nel luogo di reclusione, Faccilongo continuava a dirigere la struttura criminale di appartenenza, ricevendo comunicazioni e veicolando ordini dal carcere diretti ai numerosi gregari in stato di libertà, nonché concordando e condividendo le strategie criminali ordite dagli elementi apicali della vasta e ramificata organizzazione mafiosa di riferimento.

In tale ambito è stato possibile documentare il crescente volume di messaggi di testo e conversazioni telefoniche intercorso tra gli arrestati di oggi, avente per oggetto i dissapori sorti fra i rappresentanti delle consorelle articolazioni del quartiere San Pio e Carbonara.

Secondo quanto appreso, Faccilongo, attraverso il consolidato meccanismo di messaggi e comunicazioni tramite telefoni clandestini, ha ordinato ai propri gregari di eseguire una spedizione punitiva nei confronti di uno dei gregari di Carlo Alberto Baresi, rivale esponente della fazione del quartiere Carbonara, anch’egli in stato di reclusione.

La sera dell’11 settembre scorso Ranieri, convocato con la scusa di un chiarimento verbale da parte del Carchedi e dello Sgaramella, è stato vittima di un agguato. I due, aiutati da altre persone al momento ricercate, hanno esploso 4 colpi d’arma da fuoco calibro 9 millimetri, colpendolo alle gambe. Il tentativo di fuga della vittima è stato inutile,  poco dopo è stato raggiunto da altri 4 colpi di pistola a distanza ravvicinata.

A seguito dei risultati delle indagini, la D.D.A. di Bari ha inviato al GIP la richiesta di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti del mandante e degli autori del delitto. Le indagini dei Carabinieri proseguono al fine di identificare i complici di Carchedi e Sgaramella.