L’equipaggio del 118 viene allertato dalla centrale operativa intorno alle 11. Al Centro di salute mentale di Triggiano, dove da poco è stata chiusa la Psichiatria, c’è un paziente psichiatrico in evidente stato di agitazione. Dopo un’ora dall’intervento dei soccorritori, sul posto arrivano due pattuglie della Polizia Locale.

Soccorritori del 118 e agenti provano a bloccare e sedare l’uomo. L’operazione riesce non senza difficoltà. L’esagitato a quel punto può essere trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Di Venere. Nella Asl di Bari la gestione dei pazienti psichiatrici continua a essere un disastro. Pare proprio che l’omicidio della dottoressa Paola Labriola non abbia insegnato niente a nessuno.

Ma torniamo ai fatti. Dalle 17 in poi l’ospedale Di Venere è completamente bloccato, perché il paziente psichiatrico riesce a scappare, tenta di strangolare e prende a calci uno dei medici in servizio, giudicato guaribile in 15 giorni. Sul posto è stato richiesto l’intervento di due pattuglie di Carabinieri e alle ore 21.10 la situazione non si è ancora sbloccata: paziente sulla barella, con la possibilità di un ulteriore e forse più grave scompenso, perché il farmaco che viene somministrato ha una durata breve.

Indipendentemente dal fatto di cronaca e da qualunque possa essere il suo epilogo, siamo per l’ennesima volta dinanzi a una pericolosissima approssimazione, tanto più che a denunciare quanto succede era stato lo scorso 29 luglio lo stesso primario del pronto soccorso del Di Venere, Carlo Marzo, nelle sue vesti di segretario nazionale USPPI Medici.

Un’accusa durissima contro “la assoluta inadeguatezza della assistenza psichiatrica come prevista dalle leggi vigenti, con gravissimi disagi sia per i pazienti che per le famiglie, che sono abbandonati dalla sanità pubblica e pesino nella acuzie, scompensi e trattamenti sanitari obbligatori, sono abbandonati nei pronto soccorso senza psichiatri disponibili e costretti a frequenti trasferimenti, anche fuori regione”.

Sempre al Di Venere, un infermiere del pronto soccorso era stato aggredito da un paziente psichiatrico scompensato al grido “Forrest Gump”. Numerose polemiche aveva sollevato anche il caso del tso a un paziente di Grumo. Le parole del primario del pronto soccorso e sindacalista Carlo Marzo, finora sono state ignorate dal presidente della Regione Puglia e assessore pugliese alla sanità, Michele Emiliano, che proprio domani sarà al Di Venere per inaugurare due reparti tutt’altro che nuovi.

Il personale dei pronto soccorso e del 118 aspetta risposte chiare e uno specifico protocollo, magari prima di dover andare tutti al funerale di uno di loro, come fu per la dottoressa Paola Labriola.