C’è il caso del bracciante agricolo che quando non lavora percepisce la disoccupazione, ma ha un’azienda agricola di famiglia intestata alla moglie e nel tempo libero fa l’intermediario abusivo di uva. C’è pure il commerciante di altro settore che aggancia gli agricoltori locali sottraendo legalità e guadagni ai veri intermediari di uva del Barese, con regolare partita iva e altre tasse sul groppone. Non mancano, però, loschi figuri agganciati alla criminalità, che pur di accaparrarsi le partite di uva da decine di migliaia di euro, minacciano e danneggiano i tendoni.

Non sappiamo se negli ultimi due casi noti, vigneti pesantemente danneggiati sulla Conversano-Casamassima sabato scorso e sulla Adelfia-Cassano stanotte, ci sia la mano di abusivi o criminali dell’uva, ma alcune domande sono quantomeno legittime. Chi sta acquistando l’uva del Barese, essendo impossibile che a farlo siano solo gli intermediari regolari presenti a Bari? In quali tasche vanno a finire i soldi dell’iva e delle altre tasse non pagate, essendo l’uva ceduta a nero? Quale sicurezza ha il consumatore mancando un tassello della filiera? Perché le associazioni di categoria non hanno ancora segnalato questa prassi illegittima e perché – qualora non siano in corso – mancano controlli specifici della Guardia di Finanza?

Tra prodotti chimici e pressioni di ogni tipo, il mercato agricolo, dell’uva principalmente, è stretto in una morsa pericolosa, capace di immediate lusinghe ma di clamorosi fallimenti finali. L’ultimo articolo sui braccianti intossicati a Turi  – forse per un trattamento fatto nella notte in un vigneto vicino – ha scatenato commenti, anche pesantissimi, nei confronti di chi scrive. A dirla con parole loro, saremmo la causa dei principali guai del settore.

Ora capiamo perché a qualcuno faccia comodo che non si parli di nulla attenga alla produzione e alla vendita dell’uva. Troppi interessi e troppa illegalità. Eppure, per approfondire e stanare gli abusivi, basterebbe piazzarsi in una delle tante stazioni di servizio del Barese. Si potrebbe, per esempio, ascoltare trattative di vendita tra agricoltori speranzosi di un maggiore guadagno in nero e abusivi pronti alla migliore offerta, viziata dalla mancanza di qualsiasi costo. Il giro d’affari è milionario e qualche volta, come successo in passato, c’è chi ritiene di dover mettere a suo modo le cose in chiaro.