Pensavamo di averle viste tutte in casa Amtab, il criterio del licenziamento della dipendente, che il prossimo 9 luglio conoscerà il suo destino, ha davvero dell’incredibile. Le cronache narrano che al termine di un incontro in cui i sindacati rifiutano di siglare l’accordo con l’azienda, il presidente Pierluigi Vulvano abbia abbandonato la riunione e sia entrato nell’Area Gestione del Personale, chiedendo all’impiegato di dargli i nomi dei tre dipendenti che avevano accumulato il maggior numero di assenze per malattia.

A quel punto vengono emessi i provvedimenti espulsivi. Una specie di segnale di forza dicono in azienda. E veniamo al caso in questione. Uno dei tre è una donna, un’autista, descritta come garbata e professionale, ben voluta da utenti e colleghi per i suoi modi educati e le capacità alla guida.

La dipendente ha effettuato numerose assenze perché era portatrice di una patologia (non degenerativa, ma fortemente invalidante), che la portava a patire fortissime algie ogni mese. In altre parole ovulazione e ciclo. Tutto ciò fino a quando non è stata sottoposta ad intervento chirurgico, con il quale ha definitivamente risolto la problematica.

Nonostante le assenze si fossero da quel momento diradate, la media restava tra le più alte in virtù dei due anni precedenti. Per questa ragione è stata licenziata: giustificato motivo soggettivo (lesione lieve del vincolo di fiducia), con la motivazione precisa: “simulazione di malattia”. Si badi bene, però, che le certificazioni mediche della lavoratrice erano quasi tutte emesse da strutture pubbliche.

Resasi conto dell’errore, l’Amtab in corso di causa chiede di poter modificare le motivazioni del licenziamento, da giustificato motivo soggettivo in giustificato motivo oggettivo – quindi per ragioni tecniche organizzative. Richiesta rigettata perché inammissibile, deducendo un presunto e non provato danno economico subito. Dunque, la scelta si profila apparentemente illogica, dettata dall’estemporanea volontà di vendetta nei confronti dei sindacati, con la motivazione addotta in sede di licenziamento del tutto erronea (la dipendente non ha simulato la malattia, perché sono agli atti i certificati medici avverso i quali non è mai stata proposta querela di falso).

Senza contare la procedura sbagliata poiché la norma prevedeva (e prevede) che prima di licenziare l’Amtab avrebbe dovuto proporre alla lavoratrice un cambio di mansioni. Proposta mai avvenuta. Staremo a vedere cosa deciderà il giudice.