Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Kawam Khalil, cittadino tunisino di anni 35, Rashid Brasmin, cittadino marocchino di anni 39, Lagnef Samih, cittadino marocchino di anni 20, Gabari Ahmed, cittadino marocchino di anni 29, Yaseen Muhammad, cittadino pakistano di anni 24, Abdelwanis Abdelgawwad Bahaa, cittadino egiziano di anni 33 e Ben Alouane Salem, cittadino tunisino di anni 42, ritenuti responsabili del delitto di devastazione in concorso.

I fatti riguardano la violenta rivolta avvenuta nella serata del 27 aprile 2019 e nella successiva nottata ad opera di un nutrito gruppo di ospiti del Centro di Permanenza per i Rimpatri di Bari che, salendo sopra i tetti della struttura, distruggendo i suppellettili, ammassando materassi e lenzuola e appiccando fuochi da cui si sono sviluppati svariati incendi, hanno causato il parziale danneggiamento di due moduli abitativi e la totale devastazione di un terzo, determinando dunque un gravo pericolo per l’incolumità degli altri extracomunitari presenti nonché delle forze dell’ordine deputate alla vigilanza.

Le indagini immediatamente attivate dalla Squadra Mobile di Bari, Sezione Criminalità Extracomunitaria e prostituzione, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica, hanno portato gli investigatori – mediante un attento esame delle video riprese del sistema di video sorveglianza interno al Centro – a ricostruire nei minimi dettagli tutte le fasi del disordine: una ventina di ospiti hanno, in un primo momento, incendiato alcuni materassi e del materiale cellulosico posizionato a ridosso delle porte d’ingresso interne alle sale benessere dei moduli nr. 6 e 7, in seguito hanno dato fuoco ad altro materiale accatastato nel corridoio centrale del modulo nr.1 ed infine hanno incendiato svariati materassi nel modulo nr.3, distruggendolo completamente e rendendolo inutilizzabile.

L’opera di identificazione dei responsabili ha consentito, anche attraverso le importanti testimonianze di personale della cooperativa addetta ai servizi ed all’assistenza all’interno del Centro, di attribuire con certezza ad 11 extracomunitari di varie etnie, prevalentemente nord africane, la responsabilità penale per gli atti di devastazione, ed ha così permesso al pubblico ministero di chiedere ed ottenere dal Gip la misura cautelare in carcere per tutti gli indagati.

Dei 7 cittadini stranieri ad oggi fermati per l’esecuzione del provvedimento, tre sono stati rintracciati presso il CPR di Bari, ancora in stato di trattenimento, e quattro catturati nelle città di Milano, Udine, la Spezia e Taranto in collaborazione con le Squadre Mobili del luogo, tutti tradotti dopo gli atti di rito nelle relative case circondariali. Per quanto riguarda gli altri 4 destinatari dell’odierna misura, sono in corso attive ricerche sul territorio nazionale.