“Vengono annunciate zone rosse che io non vedo, alcuni media locali quasi auspicano degli scontri”. Potito Perruggini, presidente dell’Osservatorio Anni di Piombo, nipote del Brigadiere Giuseppe Ciotta, caduto il 12 marzo del 1977 sotto i colpi sparati da Enrico Galmozzi, è costretto a vestire i panni del paciere, la visita del leader leghista in città evoca evidentemente spettri del passato che è bene continuino a dormire sonni tranquilli.

Perrugini, non più tardi di di due mesi fa, si è scagliato contro l’annunciata presenza a Bari dell’ex brigatista Alberto Franceschini per il quinto appuntamento del progetto ‘Moro: Educatore’, inizialmente programma giovedì 14 e poi annullata per tutte le polemiche che ne seguirono.

“Auspico che il presidente della Regione, Michele Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro – aggiunge Perruggini – esortino a svolgere qualsiasi forma di manifestazione e protesta in maniera non violenta. Bari è la terra di San Nicola, il santo che unisce nella diversità la cristianità tutta, rivolgiamo a Lui le nostre preghiere perché in questo clima di tensione ognuno riesca ad esprimere le proprie diversità senza l’uso di gesti violenti contro le persone e la città”.