“Normali controlli di routine”, ripetono i vertici della Cooperativa Olearia Paladino di Palo del Colle a quanti chiedono notizie sulla presenza in questi giorni dei Carabinieri del Nas, del Noe e dei tecnici della Asl di Molfetta.

Si tratta di normali controlli, è vero, ma ciò che non si sa è che i militari che si occupano di reati contro la sofisticazione alimentare e la tutela dell’ambientale hanno effettuato un sequestro amministrativo di una grossa quantità di olio di dubbia qualità. Pare sia stata bloccata anche una partita pronta a lasciare la sede in via Madonna della Stella.

La tensione è palpabile, anche per via delle accuse mosse da un nutrito gruppo di scontenti, lo stesso che ha provato a fare la scalata al vertice della Cooperativa il Paladino. Ma l’olio in giacenza, anche da tre anni, è davvero di qualità scadente? Gli esperti dicono che dopo 18 mesi l’olio perde di valore e qualità.

È presto per dirlo, ci sarà bisogno degli esiti dei controlli sui campioni prelevati. Al centro degli accertamenti non solo l’olio, ma a quanto pare anche i recipienti che lo contengono. Cosa c’era di così evidente in quel prodotto per costringere i Carabinieri a procedere con il sequestro amministrativo? Le voci sulle ragioni del controllo sono tante. C’è chi sostiene che a farli partire sia stato un cliente bitontino scontento dell’acquisto e chi, invece, è convinto si tratti di un’imbeccata interna alla cooperativa.

Sta di fatto che i controlli ci sono stati e l’esito non sembra essere di routine. I soci sono molto preoccupati. Non percepiscono il saldo della produzione 2017 e 2018, ma nemmeno hanno preso l’acconto del 2019. Quanto vale davvero la giacenza? Qual è la qualità dell’olio e perché è rimasto invenduto? Cosa è stato detto alle banche per convincerle ad aprire le linee di credito? Sono alcune delle domande a cui in tanti aspettano risposte. Noi, come già detto, restiamo a disposizione di chiunque volesse precisare e chiarire questa guerra palese sull’olio di oliva.