Chiama il 118, ma in quel momento non risponde nessuno e allora decide di andare al Punto di primo intervento di Grumo, chiuso da tempo senza che nessuno abbia provveduto a togliere le insegne e allora prova a chiedere aiuto ad un’infermiera della vicina Radiologia, ma nel plesso non si trova un defibrillatore.

Protagonista della rocambolesca disavventura sanitaria è un 42enne del posto, salvato per un soffio dopo due infarti solo perché l’ambulanza della postazione 118 era casualmente in sede al momento dell’emergenza. L’uomo adesso è ricoverato nel reparto di Cardiologia dell’ospedale San Paolo di Bari. Solo una serie incredibile di coincidenze ha permesso al malcapitato di non morire, ma non sempre la ruota gira nel verso giusto.

La vittima difficilmente dimenticherà il 26 marzo scorso, giorno in cui è successo l’accaduto, denunciato dal segretario territoriale barese dell’USPPI Puglia, Giuseppe Cascarano. “Con il Decreto 18 marzo 2011, ‘Determinazione dei criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori automatici esterni di cui all’art. 2, C0.46 della L. 191/2009’ – scrive Cascarano -, si è inteso promuovere la realizzazione di programmi regionali per la diffusione e l’utilizzo di Defibrillatori semi Automatici Esterni (DAE). La legge nazionale 120/20011 dispone inoltre che ‘È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare’ e rinvia alla competenza regionale la disciplina del rilascio dell’autorizzazione all’utilizzo dei defibrillatori”.

Una norma modificata in seguito dalla legge 69/2014, tuttora in vigore, intervenuta a modificare la normativa del 2011, sostituendola con la disposizione che “E consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare”.

Cascarano scrive ai direttori sanitario, generale e del distretto della Asl di Bar, chiedendo “la rimozione delle insegne che indicano la presenza del PPI al PTA di Grumo Appula al fine di non generare false aspettative e sapere se tutto il personale in servizio alla sede del PTA di Grumo Appula (sanitario, amministrativo, tecnico e professionale) sia in possesso dell’attestato BLSD propedeutico all’utilizzo del DAE”.

Non solo. Il segretario USPPI chiede di conoscere quanti defibrillatori DAE sono presenti nella sede del PTA di Grumo, la loro allocazione e se sono indicati con insegne che ne indicano la presenza, cosi come prescrive la normativa”.