Mamma Grazia, papà Domenico e Vanessa, la sorella, accarezzano la bara di Davide sistemata ai piedi della chiesa intitolata a San Francesco da Paola. Sono seduti attorno al feretro, su cui è stata adagiata la maglia della squadra di pallavolo in cui giocava e una sciarpa della Juventus, la sua squadra del cuore. Ci sono anche i nonni di Davide Di Gioia, il ragazzo di Capurso morto mentre lavorava nelle Industrie Fracchiolla, ad Adelfia.

Fuori dalla chiesa i compagni di squadra. Ma soprattutto i colleghi di lavoro. Sono scuri in volto. “Una tragedia evitabile”, continua a ripetere qualcuno. “Ce la siamo vista brutta altre volte”, replica un altro. Chi lo ha amato legge commosso il proprio ricordo: “Era un ragazzo speciale”. Applausi e lacrime accompagnano ogni singolo messaggio.

Poco distante da loro ci sono alcuni rappresentanti della famiglia Fracchiolla, i proprietari dell’azienda in cui è avvenuta la tragedia. C’è anche l’amministratore unico. All’uscita della salma volano decine di palloncini bianchi e neri. Due ali di folla applaudono al passaggio del giovane. Sulla vicenda la Procura ha aperto un’inchiesta, affidata ai Carabinieri. Dopo il dolore, in tanti sperano arrivi presto il tempo della verità.