Le accuse a carico del gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, sono state cancellate dalla Cassazione che ha ritenuto sbagliata la ricostruzione dei fatti da parte della Corte d’Appello. Il giudice barese fu arrestato per reato di porto, detenzione e ricettazione di un’arma da guerra e condannato a due anni di reclusione. Per la Cassazione l’acquisto in buona fede non costituisce alcun reato, facendo cadere le accuse a carico di De Benedictis finito ai domiciliari nel 2010 ingiustamente.

Il magistrato fu tradito dalla sua passione per le armi. Conosciuto come noto collezionista, De Benedictis comprò un Feg Gbm nel 2009 in un negozio specializzato di San Marino, ritenendolo una comune arma demilitarizzata. Da un esame del «cane», aveva immediatamente avanzato il dubbio che l’arma potesse sparare a raffica, fino a quando il fucile non gli era stato richiesto indietro per problemi segnalati dall’importatore. Successivamente venne a sapere dai Carabinieri dell’esistenza di una indagine a suo carico.

Secondo i giudici di Appello, De Benedictis avrebbe programmato di far modificare l’arma. Un intervento rimandato per più di un anno accettando il rischio di commettere il reato di detenzione di un fucile da guerra.

Secondo la Cassazione però la ricostruzione dei fatti è sbagliata per questo motivo ha annullato la condanna senza rinvio. Secondo quanto scritto nella sentenza “l’atteggiamento psicologico di De Benedictis appare qualificabile come errore di fatto, incolpevole sulla natura dell’arma, ingenerato dalla regolarità delle modalità lecite di acquisto da un armiere autorizzato, e, in seguito, in occasione dell’incontro tra lui e il suo armiere di fiducia, come dubbio di non particolare consistenza su tale fondamentale profilo”.

Inoltre a De Benedictis era contestato anche il possesso, in collezione, di più esemplari di armi catalogate. Anche su questo, la Cassazione ha rilevato errori interpretativi: il catalogo nazionale delle armi è stato da tempo abrogato, e i quattro esemplari su cui si basa la contestazione avevano, in realtà, caratteristiche leggermente diverse l’uno dall’altra.

In primo grado nel maggio 2014 De Benedicits, era stato assolto dai giudici di Lecce. Verdetto poi impugnato dalla Procura e ribaltato dalla Corte d’Appello di Lecce. A marzo la Cassazione ha chiuso definitivamente la vicenda.